----- Original Message ----- From: "luigia spaccamonti" fanfaron@freemail.it To: noocse-bo@yahoogroups.com Sent: Thursday, June 06, 2002 3:23 PM Subject: [noocse-bo] da Il Manifesto di oggi
il manifesto - 06 Giugno 2002 RISCHIO ATOMICO Tante armi italiane ai due nemici Affari con la scusa del terrorismo LUCIANO BERTOZZI Affari di guerra nel subcontinente indiano ed anche l'Italia fa la sua parte. Ecco gli «aiuti» militari italiani ai due contendenti, oggi che i due Paesi sono «più vicini ad una guerra di quanto lo siano mai stati», parola del presidente pachistano, Pervez Musharraf. India e Pakistan sono fra i principali clienti dell'industria bellica italiana. A New Delhi nel 2001, secondo la relazione governativa al Parlamento sul commercio delle armi sono stati autorizzati nuovi contratti per circa 20 miliardi di vecchie lire e consegne per 52,5 milioni di euro, l'India l'anno scorso è stato il secondo cliente assoluto dell'industria militare italiana dopo la Gran Bretagna. Nel 2000 invece i contratti sono stati pari a 149 miliardi, con quest'importo il Paese asiatico era al quarto posto assoluto, mentre le consegne sono state pari a 5 miliardi di lire. Pur con le note difficoltà, in quanto la citata Relazione non consente di incrociare i dati delle armi vendute con il Paese acquirente «per tutelare la riservatezza commerciale» i contratti stipulati nel 2000 riguarderebbero in particolare, secondo Chiara Bonaiuti ricercatrice dell'Osservatorio contro il commercio degli armamenti (Oscar) di Firenze, munizioni per l'artiglieria. Nel 1999 i nuovi contratti sono stati pari a 8 miliardi e 10 miliardi nel 1998, mentre le armi consegnate nel 1999 sono state pari a 40,5 miliardi.
Nel 2001 è stato concesso all'India il nulla osta per la fornitura di servizi militari non meglio precisati, per oltre un milione di euro.
L'Italia ha ratificato, inoltre, con la legge 103 del 1998 il memorandum d'intesa italo-indiano sulla cooperazione nel campo dei materiali per la difesa, firmato nel 1994. Tale accordo è finalizzato a sostenere la cooperazione industriale fra le società dei due Paesi nel settore degli armamenti; all'acquisizione dei predetti materiali direttamente dalle industrie produttive dei due Paesi; all'individuazione di programmi di collaborazione per l'acquisto di equipaggiamenti e per assistenza addestrativa e tecnica ed all'incoraggiamento della cooperazione tecnica nel campo della ricerca e sviluppo.
Il nostro Paese privilegia anche i rapporti con il Pakistan, che nel 2001 è stato uno dei maggiori clienti dell'industria militare italiana, sempre secondo la Relazione governativa, ad Islamabad sono state consegnate armi per 19 milioni di euro, mentre nel 2000 era situato al secondo posto assoluto per le forniture, con 110 miliardi di lire, dopo il Regno Unito. I nuovi contratti 2001 sono stati pari a 18 miliardi di lire ed a 31 miliardi nel 2000.E' da evidenziare che «la relativa minore tensione sulla linea di controllo fra India e Pakistan ha comportato - si legge nella relazione dell'Esecutivo del 2001- una ripresa della concessione delle autorizzazioni all'esportazione verso quei due paesi, il cui rilascio era stato sospeso a titolo cautelativo nel 1999 durante la fase più acuta della crisi nel Kashmir. Nel corso del 2000 si sono potute così sbloccare, in base ad un esame caso per caso delle tipologie d'armamento in questione, alcune delle pendenze in sofferenza dall'anno precedente». Anche la relazione del 2002 indica una certa cautela «Un atteggiamento fortemente restrittivo a causa degli eventi segnalati si è riflesso nelle autorizzazioni rilasciate verso quelle due destinazioni» (India e Pakistan, ndr). Nonostante il predetto atteggiamento le esportazioni militari non si fermano. Tali vendite, secondo l'Osservatorio sul commercio delle armi di Firenze(Oscar) dovrebbero comprendere radar aerei ed autocarri.
E' da evidenziare che in base alla legge 185 del 1990 che regolamenta il commercio delle armi legge è sancito il divieto all'esportazione di armi verso Paesi belligeranti o i cui governi «siano responsabili di accertate violazioni delle convenzioni sui diritti umani».
«Tra Italia e Pakistan esiste una più che soddisfacente collaborazione - si legge in un comunicato diffuso al termine della visita nel Paese asiatico del capo di Stato Maggiore della Difesa, gen. Arpino avvenuta alla fine del 2000 - che si pensa di sviluppare ulteriormente in altri settori tra i quali, in particolare, lo scambio di giovani ufficiali per la frequenza di corsi di addestramento». Inoltre «sono in corso contatti - secondo il comunicato che abbiamo citato - tra industrie italiane e forze armate pachistane per la fornitura di materiale».
Nel periodo 1994-1999 sono stati autorizzati nuovi contratti per circa 300 miliardi di lire, di cui quasi la metà nel solo 1998, nello stesso periodo sono state consegnate armi italiane per un centinaio di miliardi. sempre secondo «Oscar» in passato sono stati venduti radar per gli aerei Mirage, in grado anche di trasportare la bomba atomica. Infatti il Pakistan è un paese nucleare, che come l'India non ha aderito al Trattato di non proliferazione atomica.
Nelle settimane scorse un'interrogazione parlamentare dei senatori Boco e Martone(Verdi) ha chiesto spiegazioni al governo sulle predette «relazioni pericolose». «Il Pakistan ha fornito un'indispensabile sostegno alla lotta contro il terrorismo internazionale - ha affermato il Ministro della difesa, Martino il 29 maggio in Commissione Difesa al Senato - e la sua leadership si sta adoperando per la costruzione di una società civile scevra da quegli accenni di fondamentalismo che rappresentano un alveo naturale per potenziali collusioni con il terrorismo, anche se molta strada rimane da percorrere sulla via della democratizzazione. Il medesimo discorso vale per l'India. E' interesse dell'Italia intrattenere strette relazioni con entrambi i Paesi, soprattutto per indirizzarne il ruolo nell'area verso accentuate forme di stabilizzazione quali precondizioni, sia per contrastare il terrorismo, sia per accedere alle risorse energetiche primarie nell'area caucasica e centroasiatica». Più chiaro di così!
Nel 1998 l'allora Ministro degli Esteri Dini al Senato si disse favorevole a limitare le esportazioni di armi ai Paesi che effettuano esperimenti nucleari, come i due Paesi asiatici.
E' quindi possibile, oltre che necessario, interrompere tale supporto, ponendo fine ad ogni tipo di aiuto militare ed economico ai due Paesi asiatici.
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