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BRESCIA, 2 MARZO ; NAPOLI, 17 MARZO ; GENOVA, 20-21 LUGLIO 2001 CONTRO LE FORZE DEL DISORDINE ? CONTRO LA REPRESSIONE VERITA? E GIUSTIZIA
Nell?ultimo anno l?apparato repressivo dello Stato si è organizzato, dispiegando la sua forza per arrestare la crescita del movimento che, da Seattle in poi, ha fatto irruzione sulla scena mondiale.
A Napoli, in occasione delle manifestazioni di contestazione al Global Forum, si sono fatte le prove generali di quanto sarebbe stato orchestrato a Genova per il G8: aggressioni indiscriminate ai cortei, pestaggi, torture nei confronti dei fermati, hanno caratterizzato le giornate di Napoli e Genova, accomunate dalla stessa sospensione di ogni garanzia democratica.
Ma, seppure in scala ridotta, è già col 2 marzo a Brescia, per la manifestazione antirazzista organizzata in occasione di una fiaccolata leghista contro l?immigrazione, che si sperimenta per la prima volta una pratica di gestione dell?ordine pubblico, organizzata attraverso il tentativo di sradicare fisicamente il movimento.
Se a Brescia non abbiamo vissuto gli orrori della caserma ?Raniero? di Napoli, o di ?Bolzaneto? a Genova, come a Napoli e a Genova abbiamo subito le cariche feroci a un corteo inerme, al quale è stata preclusa ogni via di fuga; i pestaggi nei confronti di manifestanti già colpiti e feriti; l?accanimento punitivo nei confronti di chi era a tiro dei picchiatori in divisa; gli arresti e le imputazioni motivati solo dall?esigenza di giustificare la violenza esercitata contro i manifestanti.
Brescia, come Napoli e Genova, ci mostra la crescita di una risposta repressiva, in cui la polizia agisce come apparato eversivo da organizzare contro il conflitto sociale e le libertà democratiche.
A Napoli, la magistratura ha operato otto arresti tra i poliziotti, individuati tra i possibili responsabili delle violenze fisiche e psicologiche del 17 marzo, e indaga su un centinaio di altri appartenenti alle forze dell?ordine.
Anche a Genova sono centinaia gli indagati appartenenti alle forze dell?ordine, responsabili delle violenze di piazza, degli orrori di Bolzaneto, dell?irruzione nella scuola Diaz.
Si tratta di frammenti di verità, che fanno emergere una parte irrisoria delle responsabilità di una polizia, che agisce come fattore di disordine pubblico, sentendosi autorizzata a qualsiasi violenza con la garanzia dell?impunità. Frammenti di verità che ancora non fanno luce sulle responsabilità dei livelli più alti delle catene di comando, e sulle protezioni assicurate dai governi che si sono succeduti: le protezioni silenziose del governo di centro-sinistra, all?epoca de fatti di Brescia e Napoli; quelle vergognosamente rivendicate del governo Berlusconi, oggi. Noi chiediamo verità e giustizia, per Napoli, per Genova, e pure per quanto accaduto il 2 marzo a Brescia, anche se siamo consapevoli di una magistratura che troppo spesso ha coperto le violenze degli apparati polizieschi, prestandosi invece a dare sponda istituzionale alla repressione organizzata e al tentativo di criminalizzazione del movimento e delle lotte sociali, Se in questo momento lo scontro tra poteri istituzionali apre una breccia all?accertamento della verità, noi auspichiamo che anche a Brescia si voglia indagare su chi ha ordinato le cariche del 2 marzo, su chi ha ordinato o comunque autorizzato l?esercizio sistematico e brutale della violenza sui manifestanti.; sulle menzogne contenute nei verbali di polizia e su quelle pubblicamente dette dal questore Scarpinocchio. Per questo oggi presidiamo la Procura della Repubblica di Brescia, ma anche per opporre la nostra presenza a quei poliziotti che, marcando solidarietà ai loro colleghi picchiatori di Napoli, rivendicano impunità e mani libere nella gestione dell?ordine pubblico.
La repressione non ci fermerà.
Brescia, 3 maggio 2002.
C.S.A. MAGAZZINO 47