Del Mondo Kurdo anno 2 - numero 11
Bollettino settimanale a cura dell'Ufficio Informazione del Kurdistan in Italia (UIKI - Onlus)
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L'esercito turco martella i rifugi dei guerriglieri kurdi nel Kurdistan turco (AFP, 14 maggio 2002)
L'esercito turco ha lanciato un pesante attacco aereo sulle montagne della parte orientale del paese per distruggere i rifugi dei guerriglieri del PKK. Il governatore della provincia di Tunceli (Dersim in kurdo) ha detto, in una dichiarazione rilasciata per mostrare l'operazione, che le operazioni si sono concentrate vicino la città di Alibogazi, 55 km ad ovest di Tunceli. L'operazione è stata lanciata dopo che alcuni militanti del PKK, catturati nel corso di precedenti operazioni, avevano ammesso la presenza di nascondigli per le armi e il cibo e che, sino allo scorso anno, erano utilizzati dai guerriglieri come base. Il governatore ha affermato che ai civili è stato vietato l'ingresso nella zona delle operazioni e che l'operazione è appoggiata dal fuoco dei mortai e dei "Cobra" ma non ha specificato l'entità delle truppe impiegate.
Soldati turchi in difesa delle donne afghane? (The Guardian, 28 maggio 2002)
Dal prossimo mese la Turchia dovrebbe prendere il comando della missione internazionale in Afghanistan. La scelta sembrerebbe essere saggia dato che anche la Turchia è un paese musulmano, con un grande esercito ed aspira ad entrare nella Unione Europea. Per gli USA, inoltre, la guida della Turchia permetterà di dimostrare che la guerra in Afghanistan non è una guerra contro il mondo musulmano condotta dall'occidente. Il Presidente Bush, inoltre, ha chiesto al Congresso di versare alla Turchia 228 milioni di dollari per la missione. In Afghanistan la scelta è stata accolta con qualche perplessità da parte del Presidente Karzai che ha palesato tutta la sua ansietà davanti al fatto che, in passato, la Turchia non ha nascosto la sua simpatia per il generale Dostum che è abituato a trattare i nemici con metodi che non sono estranei anche all'esercito turco (legare le persone ai carri armati e trascinarle in terra). Un altro problema deriva dal fatto che, secondo le informazioni fornite dal Kurdish Human Rights Project (KHRP), i soldati turchi sono abituati a violentare le prigioniere e, in caso di denuncia, sono queste ad andare sotto processo per minaccia all'unità dello Stato. Sul tema, il KHRP ha diffuso un documento nel quale sono denunciate le violenze di stato contro le donne, i processi condotti contro di queste per "offesa alle forze armate" e le forti pene alle quali le vittime degli abusi sono condannate. Dopo anni di denuncie solitarie, di mezze ammissioni, di silenzi, lo scorso novembre la Giornata Internazionale contro le Violenze sulle Donne ha rilanciato la questione. L'avvocata turca Eren Keskin, protagonista dell'iniziativa, è stata accusata dallo stato turco per "propaganda separatista" e, lei stessa, è stata oggetto di brutali e animalesche minacce da parte dei media turchi. Dopo la cacciata dei talebani, le violenze contro le donne afghane, che continuano anche con i mujaheddin, sono diventate una questione scomoda per i liberatori americani, come scomode sono le violenze commesse dagli alleati turchi nei confronti delle donne kurde. Violenze che non smuovono le coscienze dei grandi.
La delegazione della UE in Turchia: Il PKK non dovrebbe essere nella lista, (Turkish Daily News - 10/05/02)
Una delegazione del Parlamento Europeo, composta da 16 membri, in visita in Turchia per verificare le condizioni del procedimento contro l'Hadep, sta causando non poche frustrazioni alla Turchia tanto che, alla fine della visita (che ha avuto le sue tappe principali a Diyarbakir, Bingol ed Ankara) non c'è stato il programmato incontro con le autorità turche. La Turchia non ha consentito alla delegazione di incontrare il Ministro della Giustizia, Turk, né quello degli Esteri avanzando scuse di carattere formale. La reazione della Turchia è stata dovuta alla conferenza stampa tenuta dalla delegazione, nel corso della quale Joost Lagendijk (anche membro della Commissione per l'ingresso della Turchia nella UE) ha affermato che il PKK non dovrebbe essere nella lista delle organizzazioni terroristiche: "Gli interessi kurdi devono avere una loro rappresentanza nel sistema politico turco". La delegazione, nei numerosi rapporti stilati nel corso della visita, ha rilevato di non aver riscontrato collegamenti strutturali tra PKK e Hadep e che il bando dell'Hadep sarebbe un grave errore e un arretramento della democrazia in Turchia. La delegazione ha anche chiesto alla Turchia, dopo le denunce dell'Associazione per i Diritti Umani (IHD) e di Egitim-Sen, di non abusare della lista della UE reprimendo la società civile kurda.
Il bando del partito kurdo indebolirà i legami tra Turchia e UE (AFP, 10 maggio 2002)
I membri della delegazione europea hanno detto che il bando dell'Hadep, accusato di collegamenti con la guerriglia, porterà all'indebolimento dei legami con l'UE. L'avvertimento è venuto nella conferenza stampa tenuta dalla delegazione alla fine della visita di tre giorni in Turchia: "Se l'Hadep sarà chiuso ci saranno forti ripercussioni nei rapporti tra l'Ue e la Turchia. Joost Lagendijk, membro della delegazione, ha detto che la Turchia non è stata in grado di fornire "alcuna prova" dei supposti legami tra l'Hadep e i guerriglieri kurdi: "La nostra conclusione finale è che l'Hadep è un partito che tutela gli interessi dei kurdi, che si pone come rappresentante dei kurdi utilizzando metodi non violenti. Chiediamo alla Turchia di non utilizzare l'inserimento del PKK nella lista delle organizzazioni terroristiche per mettere al bando l'intera società civile kurda ".
Il Ministro della Giustizia Turk: "L'OHAL non è un problema". Turkish Daily News, 14 maggio 2002
In un'intervista rilasciata al TDN, il Ministro della Giustizia Turk ha commentato il processo di integrazione della Turchia nella UE affermando che, tra tutte le richieste europee, quella più semplice da soddisfare sarebbe quella relativa alla Legge speciale (OHAL): "Il numero delle città sotto OHAL potrebbe essere ridotto a 3. Se ne discuterà al Consiglio per la Sicurezza Nazionale (MGK)". Per Turk il problema principale è, invece, quello relativo alla pena di morte a causa dell'opposizione alla sua abolizione del partito della Ciller, DYP: "Non è solo il MHP che si oppone alla abolizione della pena di morte. La questione Ocalan non resterà sul tavolo del Primo Ministro per sempre. Il Parlamento dovrà prendere la sua decisione facendo attenzione a non creare nuovi martiri". Per quello che riguarda i diritti linguistici e culturali dei kurdi, Turk ha affermato che una lingua con solo 100 parole, come quella kurda, non è adatta per essere utilizzata nelle scuole.
La guerra totale contro la libertà di Leyla Zana Flash Bulletin, 16 maggio 2002
La Turchia, che guiderà la missione Nato in Afghanistan, ha un forte legame di cooperazione con Israele e, al momento dell'attacco all'Iraq, darà agli Usa un sostegno fondamentale. La Turchia, inoltre, è il maggior acquirente di armi dagli Usa, compresa una commessa non ancora soddisfatta di 4 miliardi di dollari per degli elicotteri Cobra della Textron. Tutti questi fattori fanno sì che i membri della Nato non si accorgano delle violazioni dei diritti umani perpetrate dalla Turchia. Kani Xulan dell'American Kurdish Information Network ha detto, a tale proposito: "La guerra al terrorismo ha reso la Turchia vicina agli Usa come non mai in passato. Sebbene la Turchia si definisca una democrazia, compie una serie impressionante di violazioni dei diritti umani nei confronti della minoranza kurda con raid nelle sedi dei partiti kurdi, violenze della polizia, torture, omicidi. L'ingresso del PKK nella lista, inoltre, rafforzerà questa tendenza e renderà assai difficile la liberazione di Leyla Zana". Xulam si sta battendo per ottenere una risoluzione del Congresso americano per la liberazione di Leyla Zana, uno dei simboli della lotta democratica kurda. Il 5 maggio, giorno del 41° compleanno di Leyla Zana, moltissimi attivisti si sono radunati alla Brown University per chiedere la sua liberazione. Xulam, a breve, intenderà chiedere anche a Patrick Kennedy e James Langevin di sostenere la sua proposta.
Delegazione delle NU in visita ad Ankara (TDN, 28 maggio 2002)
Il Ministro di Stato, Nejat Arseven, ha incontrato, lunedì 27, il sottosegretario delle Nazioni Unite con delega sui rifugiati, Francis Deng. Arseven ha illustrato a Deng il progetto turco per consentire il ritorno ai villaggi dei profughi. Anche diversi rappresentanti di Ong come la Goc-Der, la Tohav e la Ihd hanno incontrato Deng, illustrando il quadro della situazione e in particolare la necessità di abolire la legge speciale (Ohal) e il sistema delle guardie di villaggio. Nei prossimi giorni, per completare il quadro della situazione dei profughi Deng visiterà altre province nel sud-est.
L'HADEP denuncia pressioni illegittime (TDN, 25 maggio 2002)
L'Hadep ha denunciato un forte aumento della pressione nei suoi confronti dopo voci di possibili elezioni anticipate. Secondo il documento diffuso dal Vicepresidente Hamid Geylani le pressioni sarebbero particolarmente forti in province come quella di Mus. A Mus, il 26 aprile scorso sono stati arrestati il Segretario locale Naif Eroil e il Segretario dei giovani Ozgur Tanguc per aver chiesto la riforma dell'articolo 42 della Costituzione sull'insegnamento in madrelingua. Inoltre, tra il 19 e il 26 maggio, sono state date alle fiamme le sedi dell'Hadep di Erentepe e Bulanik (provincia di Mus). Geylani dopo aver ricordato queste vicende ha chiesto alle autorità di bloccare le violenze dirette contro l'Hadep.
Le condizioni del Mhp per l'Europa (TDN, 27 maggio 2002)
Il Presidente del Mhp, Bahceli, ha chiesto all'UE di includere il KADEK nella lista antiterrorismo e alla Turchia di discutere il caso Ocalan in Parlamento. Sull'ingresso della Turchia nell'UE, Devlet Bahceli, che è anche Vice Primoministro, ha formulato alcune richieste del suo partito. Oltre ha chiedere di discutere il caso Ocalan in Parlamento, Bahceli ha auspicato che il leader kurdo faccia pubblica ammenda del suo passato. Sottolineando i progressi compiuti dalla Turchia ha anche chiesto alla UE di fissare una data per iniziare il procedimento di ingresso della Turchia in Europa, al più tardi entro il vertice di Copenaghen di dicembre. Ricordando che la Turchia sta portando avanti una lotta quasi ventennale contro il terrorismo, il capo del Mhp ha detto che la partita non è ancora chiusa dato che, nonostante l'arresto di Ocalan, ci sono ancora gruppi di militanti della "sanguinaria organizzazione" nelle province di confine. A tale proposito ha affermato che l'esecuzione di Ocalan favorirebbe la fine del terrorismo e che i militanti dovrebbero arrendersi all'esercito riconoscendo l'illegittimità della loro guerra.