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Gerusalemme, 29 marzo 2002, ore 21.57 locali
Action for peace: notizie dalle delegazione dei giovani comunisti della lombardia e del movimento studentesco di bergamo in terra palestinese.
Primo giorno
La situazione, qui da Gerusalemme da dove scriviamo, sta rapidamente precipitando. Gia' dall'arrivo, questa mattina alle 3 all'aeroporto di Tel Aviv,
abbiamo
capito che la nostra avventura in Palestina non sarebbe stata affatto facile. Appena sbarcati dall'aereo siamo stati fatti oggetto di una incredibile sospensione arbitraria dei nostri piu' elementari diritti. Dopo essere stati bloccati senza spiegazioni e fatti
"accomodare"
vicino al posto di controllo, abbiamo subito un interrogatorio
individuale
durante il quale ci sono state chieste le nostre posizioni politiche, le nostre convinzioni religiose e i nostri rapporti personali. Dopo due ore
di
attesa, durante la quale non ci e' stata fornita la minima spiegazione
del
nostro blocco, siamo stati informati che ci era stato negato l'ingresso
nel
paese e che saremmo stati imbarcati sul primo aereo diretto a Milano. A seguito delle nostre decise proteste e della nostra resistenza, dopo che erano comunque stati sequestrati i passaporti e i biglieti di ritorno, abbiamo subito una minuziosa perquisizione sia personale che dei bagagli (durante la quale ci e' stata anche sequestrata la cassetta della videocamera), terminata la quale, nonostante l'intervento dell'europarlamentare di Rifondazione Comunista Luisa Morgantini, e'
stato
ribadito l'ordine di espulsione, senza alcuna motivazione alle nostre domande di chiarimento. Quando ormai la situazione sembrava
definitivamente
compromessa, verso le 8 di mattina ci e' stato invece improvvisamente concesso il diritto di entrare nello Stato di Israele, con un visto turistico di 3 mesi. Mentre stiamo scrivendo la situazione e' piu' che mai incerta e sembra degenerare di ora in ora. Nel pomeriggio, a poche centinaia di metri da noi, una ragazza
palestinese
di 16 anni si e' fatta esplodere in un supermercato; presso il muro del pianto, ad una sassaiola contro i fedeli ebrei si e' risposto con l'uso delle armi; camminando per la citta' e' normale incontrare coloni che si recano a fare la spesa con fucili mitragliatori al collo; una
manifestazione
pacifica delle donne in nero e di una parte dei pacifisti di action for peace e' stata violentemente caricata dalla polizia israeliana a
cavallo; 2
compagni di YA BAsta sono stati espulsi dal paese mentre sembra che uno
si
trovi ancora nelle carceri israeliane; altri 15 pacifisti sono
"prigionieri"
di Ramallah bombardata; meglio di noi starete seguendo cio' che sta succedendo ad Arafat, costretto a rifugiarsi in un bunker sotterraneo a seguito dell'attacco dell'esercito. Che succedera' ora?
Tra la delegazione di pace si respira un senso di impotenza, sgomento e scoramento. Nonostante tutto dall'assemblea di questa sera sono uscite alcune proposte per domani, giornata della terra:se, come probabile, si scatenera' la rappresaglia israeliana sul campo profughi di betlemme
(dal
quale proveniva la kamikaze sedicenne di questo pomeriggio) tenteremo di recarci al Check-point della citta' per una intermediazione pacifica;
nel
pomeriggio, poi, e' in programmauna manifestazione in nome della pace ,
qui
a Gerusalemme, organizzata da gruppi pacifisti israeliani e palestinesi. Tutto, comunque, e' appeso ad un filo.
A domani (speriamo)
Jean-gianluca zoni- (giovani comunisti varese); Maurizio Morgano e
roberta
Maltempi (giovani comunisti bergamo); kekko (francesco
chiodelli) -movimento
studentesco bergamo
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