Una piccola puntualizzazione a margine dell'invio di questa lettera piuttosto controversa. Ho visto in questi anni il movimento contro la guerra a Brescia e ovunque animato anche da tensioni, pratiche, storie, sensibilità, passioni e persone (uomini e donne, magari...) assai differenti da quelle che possono apparire nei contenuti e nel linguaggio della lettera proposta da don Fabio. Continuo a credere che anche queste altre differenze siano una fortuna e un patrimonio enormi. Del resto, nel grande can-can delle dichiarazioni di condanna, trovo insieme a tanti altri che siano state un evento fortunato e legittimo persino le "due nuvolette" che hanno attraversato la manifestazione del 20 marzo a Roma -delle quali parla Mimmo con un tono tra l'indignato e l'altèro in una sua recente mail- e che hanno consigliato a Fassino e agli sgherri del suo servizio d'ordine di andare... (molto meglio del silenzio è stato l'esercizio del diritto alla contestazione delle scelte di questi personaggi, un segnale politico importante e direi anche doveroso). Trovo che l'infinita questione della nonviolenza, così come è stata posta da un po' di mesi a questa parte, più che essere aperta sia da superare, finalmente, perché eccede in astrazioni e sterilità e per evitare che se ne faccia una nuova tavola della legge in base alla quale lanciare scomuniche ai molti eretici del nuovo sacro verbo. Trovo evidente la tendenza più o meno consapevole (a volte smaccatamente strumentale) di troppi coerenti o improvvisati sacerdoti della nonviolenza a dare patente di legittimità soltanto alle pratiche e alle istanze che non mettono in discussione l'attuale legalità, a renderci un tantino troppo "ragionevoli" e compatibili. Trovo altrettanto evidente come anche l'ideologia della nonviolenza possa essere usata come clava per imporre egemonia, per normare i comportamenti, per dividere tra buoni e cattivi, per semplificare e forzare la realtà dentro e fuori i movimenti. Non è che mi "terrorizzi", semmai a volte mi scazza e, per fortuna, altre volte mi fa pure incazzare.
Riguardo alla lettera sono d'accordo con Felice. E poi con la proposta di mediazione di Walter e Federica.
ciao a tutti/e Gabro
PS: caro Mimmo, sai che Fossati piace pure a me, ma in fondo alle sue canzoni non mi verrebbe da dire amen...
From: felmarg@tin.it Reply-To: bsf@bresciasocialforum.org To: bsf@bresciasocialforum.org Subject: RE: R: [Bsf] FW: bozza lettera exa Date: Fri, 2 Apr 2004 11:59:43 +0200
L'aggettivo "biblico" non era usato a caso. Si può volendo vedere il cap 3 del libro Ecclesiaste della Bibbia : c'è un tempo per........ecc. Non condivido proprio quel tipo di "filosofia" e le sue innumerevoli elaborazioni degli ultimi 2500 anni. Preferisco la filosofia greca classica ......che ci volete fare. Ad Exa si espongono, contrattano e vendono armi da guerra che non sono classificate in questo modo per un cavillo della legge del 1975. Chiamare le cose con il loro nome penso sia più efficace. ciao Felice
-- Messaggio originale -- From: "tacubaya" tacubaya@libero.it To: bsf@bresciasocialforum.org Subject: R: [Bsf] FW: bozza lettera exa Date: Fri, 2 Apr 2004 11:12:50 +0200 Reply-To: bsf@bresciasocialforum.org
Io invece condivido la cassatura integrale proposta da Felice: e poi, la variante proposta da Mimmo sembra la presentazione dei Mormoni in "Lo chiamavano Trinità". Ciao, Erika
-----Messaggio originale----- Da: bsf-bounces@bresciasocialforum.org [mailto:bsf-bounces@bresciasocialforum.org] Per conto di domecort@tin.it Inviato: venerdì 2 aprile 2004 10.03 A: bsf@bresciasocialforum.org Oggetto: Re: [Bsf] FW: bozza lettera exa
Cari/e non condivido la cassatura integrale del primo paragrafo della lettera originale di Don Fabio proposta da Felice. Era una premessa indispensabile.
Per Felice è poco ecumenica, non "include", ma non ho capito in quale passaggio. A me pare che esprima bene le tensioni che hanno animato il movimento per la Pace in questi anni. Forse è scritta in maniera un po' aulica (a me ricorda più una canzone di Ivano Fossati, non certo il linguaggio, il più delle volte crudo e criptico, del testo biblico) ma chiara e comprensibile. In quel paragrafo a mio parere solo un passaggio è da cambiare. Quello nel quale si nomina la parola che terrorizza ancora molti: nonviolenza! Anche a me quel passaggio è parso una forzatura. Come tutti/e sappiamo la discussione sul tema è più che "aperta".
Propongo la variante seguente.
Il nuovo è possibile. Siamo convinti che esiste un tempo, ed è il nostro, in cui la meta non è l'avere ma l'essere, non è il razziare ma il dare, non è il controllare ma il condividere, non è il sottomettere ma l'essere in armonia, non è la paura ma la fiducia, non è l'economia e il potere ma l'uomo e il suo futuro, non è la violenza ma il suo rifiuto.
C'è poi una integrazione, proposta da Felice, che a mio parere non è il caso di inserire. Don Fabio nel secondo paragrafo parlava delle pericolosità di tutte le armi. Felice propone di correggere circoscrivendo alle sole armi "da guerra". Non sono d'accordo. Inoltre non vorrei tirarmi la zappa sui piedi reintroducendo un concetto ormai chiarito: ad Exa non sono esposte armi "da guerra". Ciao Mimmo
-- Messaggio originale -- From: "Felice Mometti" felmarg@tin.it To: bsf@bresciasocialforum.org Subject: Re: [Bsf] FW: bozza lettera exa Date: Wed, 31 Mar 2004 11:04:00 +0200 Reply-To: bsf@bresciasocialforum.org
L'esordio e alcuni passaggi mi sembrano un pò troppo "biblici" Proporrei la versione che vedete sotto anche per includere chi non si riconosce in quella "tradizione" ciao felice
Il nuovo è possibile. Ciò significa che è possibile riconoscere, senza
finzioni,
che le armi da guerra , comunque definite, sono oggettivamente
pericolose,
non sono nè un gioco, nè un semplice strumento di difesa, nè una
invenzione
di cui essere orgogliosi, nè una sana tradizione produttiva mantenere,
nè
un motivo - palesemente infondato- per tutelare la nostra forza lavoro
,
nè un buon investimento per un futuro di giustizia e pace.
Il nuovo è possibile. Quindi è possibile dire basta a Exa come luogo
espositivo
di armi, fatto passare come fiore all'occhiello della nostra città di
"pace".
Armi non solo sportive e da caccia ma pure armi da difesa, per corpi
speciali,
usate nelle guerre in corso in gran parte del mondo. Armi che fanno
male,
all'uomo, alle donne, ai bambini, soprattutto!
Il nuovo è possibile. Ecco perchè nasce Expa, una fiera della pace
nel
cuore della città di Brescia, simbolo della produzione armiera leggera
italiana
(l'80% delle armi leggere italiane le produciamo noi bresciani). Expa
vuole
rilanciare la scelta del disarmo e di nuovi stili di vita e nuove
proposte
capaci farci guardare agli uomini non come predatori e conquistatori.
Il nuovo è possibile. Lo abbiamo pensato pochi giorni fa quando in
una
intervista radiofonica abbiamo sentito ... Bettoni pres Camera del
Commercio
... dire: "Ma vogliamo essere veramente sereni e dire se è più
pericoloso
andare a veder EXA o una partita di calcio. Ma vogliamo essere sinceri
e
dire se è più pericoloso che i bambini oltre i 12 anni accompagnati dai
genitori
vadano a vedere EXA o rimangano da soli a vedere le televisioni
oppure
internet? Su diciamo onestamente le cose come stanno c'è un tentativo
di
strumentalizzazione che mi auguro possa essere superato da un confronto
sereno
e costruttivo per il quale mi dichiaro assolutamente disponibile".
Accettiamo
volentieri la disponibilità a un confronto sereno e costruttivo, fatto
in
luogo pubblico, alla presenza di cittadini/e e di tutti coloro che
sono
interessati al tema. Accettiamo e attendiamo risposta. _______________________________________________ Bsf mailing list
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