Vi invio il manifesto del Pride di Milano 2002 che sarà dal 7 al 22 giugno. Sul sito www.pridemilano.org potete trovare anche i link per le manifestazioni nelle altre città e la richiesta delle adesioni. Ciao Paola
Manifesto
Esistere: avere realtà effettiva, esserci, vivere. Esistiamo, questo è sicuro. Non abbiamo bisogno di certificazioni, documenti o assenso. Esistiamo con le nostre identità e le nostre storie. Questo giorno serve per ribadire che c'è un dato di fatto da non dimenticare: la nostra esistenza effettiva.
Resistere: non lasciarsi smuovere o abbattere, tollerare, non perdere valore. Resistiamo. Perché la nostra esistenza, che è un dato di fatto, non sembra bastare:c'è ancora chi vorrebbe rinchiuderci in qualche ghetto o trasformarci in qualcosa che sia accettabile per tutti. Questo giorno serve per dire che abbiamo intenzione di resistere. Almeno fino a quando anche l'Italia non sarà costretta a scrivere leggi antidiscriminatorie: la scadenza è vicina, l'Europa chiede che siano scritte entro il 2003. E scriverle significa affermare anche che l'Europa non è più solo euro e che da quelle leggi si parte per fare l'Europa delle persone, tutte uguali. Quell'euro in tasca per noi non è solo un soldo: è una speranza concreta che ci aiuta oggi a resistere di fronte alle piccole e grandi discriminazioni di tutti i giorni.
Non è più tempo di mimose: così recitava uno slogan dell'8 marzo, ultima tappa di una "festa della donna" sempre più di forma e sempre meno di sostanza. Chissà se tra qualche anno in questi giorni di giugno ci sarà una festa di omosessuali e transessuali, con qualche fiore regalato e un altro anno di indifferenza. Non sappiamo se augurarci questa strada, che almeno avrà significato un riconoscimento formale dei nostri diritti, che sono diritti fondamentali della persona. I riconoscimenti formali, però, sono poca cosa se poi non sono alimentati dalla sostanza, tanto è vero che la nostra è ancora oggi una società maschilista, bianca ed eterosessuale, imprigionata nelle paludi del moralismo cattolico.
Come se non bastasse, dopo la simpatia solo di maniera dei governi di centrosinistra, adesso arriva l'aperta ostilità del governo di centrodestra; che non fa nulla per sostenere i diritti degli omosessuali e dei transessuali e attacca i diritti di altre persone, come testimoniano la tremenda legge sull'immigrazione, la legge delega che prevede modifiche all'articolo 18 dello statuto dei lavoratori, e le proposte di legge sulla fecondazione assistita che non solo discriminano single e lesbiche, ma attraverso il riconoscimento di statuto di persona all'embrione, sono anche un modo per aggirare la legge 194 sull'aborto e togliere alle donne il diritto all'autodeterminazione.
Oggi da Milano, dalla città dove la vita per omosessuali e transessuali è apparentemente più facile, vogliamo dire che non ci basta più il diritto a entrare in un locale per gay, lesbiche o transessuali; non ci interessa essere - più o meno bene - tollerate/i. E siamo anche stanche/i di spiegare perché questi diritti ci spettano. Siamo qui per dire e per gridare che nel 2002 siamo ancora discriminate/i, come lo sono le/i migranti, come lo sono le donne, come lo sono coloro che tentano di costruire un mondo di relazioni interpersonali diverso dal modello della famiglia patriarcale. Oggi da Milano chiediamo, ancora una volta, che:
» Nelle norme antidiscriminatorie esistenti (comprese quelle previste dallo statuto dei lavoratori e dall'articolo 3 della Costituzione), siano aggiunti l'orientamento sessuale e l'identità di genere;
» Che il sesso dell'individuo sia considerato un dato personale, che non deve più apparire su nessun documento o atto, pubblico o privato che sia;
» Ci sia da subito piena tutela giuridica (attraverso una legge sulle unioni civili) per le coppie di fatto omosessuali (ed eterosessuali, naturalmente);
» Alle persone che vivono una transizione di genere sia permesso di modificare il proprio nome anche nella fase che precede l'intervento chirurgico e comunque indipendentemente da esso;
» Lo Stato italiano riconosca lo status di rifugiata/o politica/o alle donne, agli uomini e ai transessuali che provengano da nazioni dove essere lesbiche, gay, transessuali significhi essere perseguitate/i e discriminate/i;
» Sia riconosciuto il diritto di una donna di procreare anche al di fuori di un'unione (civile o di fatto) e quindi sia garantito alle donne (anche single) il diritto di accedere all'inseminazione artificiale;
» Sia tutelata e sostenuta la volontà di donne e di uomini di allevare bambine/i anche al di fuori delle unioni eterosessuali e quindi sia esteso a tutte/i (anche single) il diritto di chiedere l'adozione di un minore;
» Sia dato a tutti il diritto di vivere in uno stato laico, che non simpatizzi per nessuna confessione religiosa e che non condizioni le proprie leggi e le proprie scelte alle esigenze di una qualsiasi chiesa
E speriamo di avere al nostro fianco non solo tutte le altre persone che hanno vissuto o vivono discriminazioni di ogni genere, ma anche chi contro queste discriminazioni si è battuta/o. È tempo che tutte/i si rendano conto che quando si parla di diritti fondamentali non esiste una classifica, non esistono richieste più o meno ricevibili. E che se oggi sono negati a noi, domani potrebbero essere negati ad altre/i, perché - come si è visto - anche i diritti dati per acquisiti possono sempre essere messi in discussione.
Un altro mondo è possibile o è in costruzione, dice uno slogan famoso: noi quel mondo possibile lo stiamo costruendo da un pezzo, semplicemente con la nostra vita di tutti i giorni. Sarebbe bello se a partire da oggi sempre più gente venisse a darci una mano o anche solo avesse la curiosità di vedere come è fatto davvero.
Coordinamento Arcobaleno Milano, 4 aprile 2002