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Comunicato Stampa MARONI E I COBAS:
MARONI SCOPRA LE SUE CARTE!
DEMOCRAZIA SINDACALE E STOP ALLE SPEDIZIONI PUNITIVE
dichiarazione di LUCIANO MUHLBAUER
Segreteria Nazionale SinCobas
C'è qualcosa di stonato nel dibattito che si è aperto sulla convocazione o meno delle organizzazioni sindacali di base ai tavoli di trattativa. Non soltanto perché le "aperture" del Ministro Maroni si sono già ieri trasformate in un semplice suggerimento al Parlamento, ma soprattutto perché nessuno nomina il problema vero. Cioè che in Italia esiste un drammatico problema di democrazia sindacale.
Eppure basterebbe guardare con onestà a quello che è successo nella vertenza degli autoferrotranvieri, dove un'intera categoria è stata costretta a scioperare ripetutamente contro un contratto firmato dai confederali, perché nessuno si è sognato di tenere conto dell'opinione dei diretti interessati.
Ma stiamo parlando semplicemente della punta dell'iceberg. Il vero problema è che in Italia c'è un sistema di relazioni sindacali ingessato che assegna a Cgil, Cisl e Uil il monopolio della rappresentanza a prescindere.
Quanti sanno ad esempio che in Italia in tutto il settore privato il 33% delle rappresentanze sindacali di azienda è assegnato di diritto ai tre sindacati confederali, a prescindere dall'esito del voto? Sarebbe come dire che alle prossime elezioni politiche il 33% dei deputati e dei senatori viene assegnato di diritto a Forza Italia, AN e Lega.
Ben venga che il Parlamento voglia prendere finalmente in considerazione il fatto che esistono lavoratori che si organizzano nei sindacati di base. In fondo, la Costituzione italiana riconosce e tutela la libertà di associazione sindacale.
E ben venga che il Ministro Maroni dopo due mesi trovi qualche parola diversa da quelle minacciose dello sceriffo Sacconi. Ma Maroni scopra le sue carte!
Non ci interessano i giochi elettorali della Lega o discussioni fasulle sul convocare una sigla sindacale in più. Ci sono due cose da fare: una legge sulla rappresentanza democratica e il voto obbligatorio e vincolante sui contratti. Che si riconosca finalmente il diritto dei lavoratori di poter decidere loro e di non dover chiedere permesso ai Pezzotta di turno.
Infine, se il Ministro Maroni la pensa davvero in maniera diversa da Sacconi e da altri pasdaran governativi, faccia un gesto distensivo in vista dello sciopero del 30 gennaio. Ponga fine alle spedizioni punitive contro gli autoferrotranvieri, sospenda la pioggia di sanzioni in arrivo. Riconoscere che gli scioperi di dicembre e gennaio sono un problema sociale e non di ordine pubblico, che i tranvieri sono cittadini e non criminali, sarebbe un semplice ed efficace gesto di civiltà e di dialogo.
Ufficio Stampa Sincobas
Milano, 28 gennaio 2004
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