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----- Original Message ----- From: "gionni guitar" umberto_eco@hotmail.com To: "ecn" ecn-news@ecn.org Cc: tpo@autistici.org Sent: Monday, April 01, 2002 9:19 PM Subject: [ecn-news] Betlemme, spari sui pacifisti Sette feriti, italiani illesi (rep)
Un soldato israeliano ha aperto il fuoco in direzione di un corteo No-global. Il racconto di una partecipante
Betlemme, spari sui pacifisti Sette feriti, italiani illesi
dal nostro inviato MARINO BISS
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BETLEMME - Spari a raffica da un tank contro un corteo di No-global che stava cercando di raggiungere il campo profughi di Beit Jallah da
trentasei
ore sotto assedio dalle truppe di Sharon. Sette attivisti
dell`International
solidarity movement sono stati colpiti dalle schegge dei proiettili di rimbalzo sparati da un carro armato con la bandiera di Davide. Una australiana, ferita allo stomaco, è stata operata all'ospedale di
Betlemme.
Illesi i trentacinque italiani che stavano partecipando all'azione
"against
the war". La manifestazione è cominciata poco dopo le tre del pomeriggio a Betlemme dove in mattinata si sono radunate delegazioni di diversi Paesi europei. Dal villaggio di Dheisha sono partiti trentacinque giovani
italiani
del Comitato di solidarietà per l'Intifada che da alcuni anni stanno portando avanti un progetto educativo tra bambini del campo da cui
proveniva
la sedicenne kamikaze che quattro giorni fa si era fatta esplodere in un supermercato di Netanya.
"Volevamo raggiungere i carri armati per impedirgli di arrivare alle
case -
racconta Cristina, una volontaria di Indymedia - nella notte i blindati erano gia arrivati vicini a diverse abitazioni. Volevamo portare il nostro aiuto ai civili, alle tante donne e bambini che vivono in questo
villaggio"
.
Il piccolo corteo è entrato a Beishalla con uno striscio con scritto
"Peace
Not War". "Urlavamo slogan contro la guerra e l'occupazione israeliana - spiega la pacifista - Davanti a noi abbiamo visto che c'era un carro
armato
e abbiamo deciso di andare avanti. Il militare dentro il tank ci ha fatto segno di andare via con la mano mentre uno di noi stava cercando di convincerlo a farci passare. All'improvviso, senza che facessimo nulla, ha aperto il fuoco con un fucile. Ha sparato almeno quindici colpi. Dopo un momento di panico siamo ritornati in strada e poi ha di nuovo premuto il grilletto. Questa volta ha mirato più vicino mirando ai nostri piedi. Ho sentito urlare e poi ho visto che alcuni giovani perdevano sangue".
Oltre alla donna australiana, le schegge dei proiettili hanno raggiunto
sei
manifestanti: quattro britannici, un giapponese, un francese e un
cameraman
palestinese. I dimostranti si sono successivamente recati all'ospedale di Betlemme dove i feriti sono stati ricoverati. L'australiana è stata
colpita
allo stomaco e poi operata. "Le sue condizioni non sono gravi", precisa il direttore dell'ospedale di Betlemme.
Alla manifestazione dovevano partecipare anche duecento dimostranti tra Giovani comunisti e della rete napoletana no global. I due pullman sono stati bloccati al check point di Betlemme dove erano schierati dieci carri armati. Tra i tank c'era un pullman di coloni israeliani che poi si sono avvicinati ai pacifisti affrontandoli con minacce e insulti. "Ci hanno assaliti - accusa Ivan Nardone dei Giovani Comunisti - poi i soldati ci
sono
venuti contro. Ci hanno spintonato e costretto a risalire sui pullman e andare via".
A Ramallah l'esercito ha catturato un gruppo di pacifisti fra i quali otto cittadini italiani. Una di essi è la europarlamentare di Rifondazione comunista Luisa Morgantini. Il gruppo si trovava nell'ospedale dove ha
sede
l'associazione sanitaria diretta da Marwan Barghouti, fratello di Mustafa Barghouti, responsabile della difesa del gruppo palestinese al-Fatah. L'ospedale è stato sgomberato dai militari e i pacifisti sono ora in
attesa
di espulsione. A Ramallah è giunto il console italiano, accompagnato da Graziella Mascia (deputata del Prc), per cercare di trattare con le
autorità
militari.
(1 aprile 2002)