Sabato 9 febbraio, al centro sociale Magazzino 47 di Brescia, si è
tenuta l´assemblea nazionale indetta dal "Gruppo Immigrazione" dei
Social Forum. Oltre centocinquanta persone, in rappresentanza dei forum
sociali e di realtà di movimento provenienti da undici regioni e da una
trentina di città, hanno discusso sulle nuove iniziative di
mobilitazione contro il disegno di legge Bossi - Fini, e più in
generale sulle prospettive future per il movimento antirazzista.
L´assemblea ha anche salutato il ritorno a Brescia di Bouchaib,
l´operaio marocchino che era stato espulso dall´Italia dopo la sua
partecipazione alle manifestazioni di Genova contro il G8, e per il
quale il movimento antirazzista si è mobilitato promuovendo appelli,
interrogazioni parlamentari, e aprendo la manifestazione del 19 a Roma
con uno striscione che ne richiedeva l´immediato ritorno.
Di seguito si riporta il testo del documento approvato dall´assemblea.
MOZIONE CONCLUSIVA DELL´ASSEMBLEA DEL
GRUPPO IMMIGRAZIONE DEI FORUM SOCIALI
Dopo il grande successo della manifestazione nazionale del 19 gennaio a
Roma, e dopo l´iniziativa di smantellamento del c.p.t. di via Mattei a
Bologna, ravvisiamo la necessità di dare continuità alla mobilitazione
contro il disegno di legge Bossi - Fini, e per l´affermazione dei
diritti degli uomini e delle donne migranti.
Se la manifestazione del 19 gennaio ha infatti conseguito un risultato
importantissimo in termini di capacità del movimento di costruire dal
basso una grande scadenza e di dare visibilità e voce ai migranti e
alle loro rivendicazioni, è vero anche che il governo dimostra di voler
procedere nell´approvazione della legge senza alcun possibile
ripensamento, e anzi mostrando coi fatti di praticare una politica
dell´immigrazione fondata soltanto sulla repressione e sulla
compressione dei diritti degli immigrati.
Da un lato, infatti, è stata imposta un´accelerazione dell´iter di
approvazione del disegno di legge, prevedendo tempi rapidissimi per la
discussione del testo al senato, un testo già pessimo al quale sono
stati apportati emendamenti perfino peggiorativi (emblematico il
ricorso della marina militare per bloccare gli sbarchi di
immigrati...), e accompagnato dalla farsa della regolarizzazione
limitata a lavoratrici e lavoratori domestici.
D´altro lato, poi, assistiamo a un inasprimento dell´attività di
repressione delle questure che, evidentemente rispondendo a
sollecitazioni provenienti dal ministero dell´interno, stanno
generalizzando comportamenti che anticipano l´applicazione delle parti
peggiori del disegno di legge. Nell´ultimo periodo sono diventati
pressoché quotidiani i rastrellamenti di immigrati, le espulsioni
immediate, le segregazioni nei centri di detenzione,
la "clandestinizzazione" dei migranti regolari, ottenuta rifiutando
loro il rinnovo del permesso di soggiorno; tutto ciò mentre alcune
regioni negano ai migranti senza permesso di soggiorno, in violazione
della normativa vigente, l´accesso alle strutture sanitarie, e quindi
il diritto alla salute.
Crediamo quindi che sia necessario rispondere alla politica del governo
sull´immigrazione con iniziative di lotta articolate, che uniscano la
mobilitazione sul territorio, legata alle specificità locali e
praticata insieme alle comunità organizzate di immigrati, a un più
ampio livello di intervento, che sia momento di sintesi e unificazione
del quadro nazionale.
Proponiamo quindi le seguenti iniziative di lotta:
la giornata di mobilitazione sociale del 15 febbraio, con lo sciopero
generale del sindacalismo di base, dovrà essere caratterizzata dalla
presenza massiccia e visibile degli immigrati, a saldare la lotta di
tutti i lavoratori, italiani e immigrati, e a sottolineare la stretta
relazione tra il disegno di legge Bossi - Fini e le politiche
governative contro i diritti dei lavoratori (libro bianco di Maroni,
attacco all´art. 18 dello statuto dei lavoraori, alla previdenza, ecc.)
in occasione della discussione del disegno di legge sull´immigrazione
al senato, organizzeremo sit in e manifestazioni di protesta davanti al
Parlamento nei giorni 12, 13 e 14 febbraio. Il 19 febbraio, giorno in
cui inizierà la discussione in aula, all´iniziativa davanti al
Parlamento a Roma accompagneremo momenti di mobilitazione davanti alle
prefetture delle diverse città.
il 23 e 24 febbraio saranno giornate di mobilitazione nazionale,
realizzata attraverso iniziative di lotta diffusa sul territorio. Nelle
città promuoveremo manifestazioni e una molteplicità di iniziative di
lotta, di boicottaggio, di disobbedienza, legate alle specificità e
peculiarità delle diverse realtà. La libertà di circolazione, il lavoro
regolare e non, i centri di detenzione, i diritti negati (all´asilo,
alla casa, alla salute) sono alcuni dei possibili ambiti di intervento,
che ricompongano in una cornice comune il senso di una mobilitazione
generale e diffusa contro i diversi aspetti della legge razzista del
governo.
Intendiamo poi valutare se sia praticabile un percorso che conduca a
un´altra grande scadenza nazionale, dopo quella del 19 gennaio a Roma.
Le notizie ancora non ufficiali di una manifestazione contro la legge
Bossi - Fini, che i sindacati confederali vorrebbero organizzare a
marzo in una città del nord, andranno verificate, insieme con la
possibilità di praticare meccanismi di co-promozione, sulla base di una
piattaforma di rivendicazioni chiara e irrinunciabile. Consideriamo
infatti positivamente tutte le iniziative di lotta, mirate a
contrastare il disegno di legge governativo sull´immigrazione, a
condizione che siano in grado di riproporre l´ampiezza di forze che
hanno contribuito a rendere grande la manifestazione del 19 gennaio a
Roma. Abbiamo quindi dato mandato a una delegazione di richiedere un
incontro ai sindacati confederali, per verificare la praticabilità di
questo percorso, e quindi la possibilità di giungere a un´altra grande
manifestazione nazionale, che sia espressione della vasta opposizione
sociale alla politica governativa sull´immigrazione.
Abbiamo poi assunto come momenti del nostro percorso di mobilitazione:
la manifestazione nazionale sulla Palestina, indetta per il prossimo 9
marzo a Roma, per dire basta all´occupazione israeliana, alla prigionia
di Arafat, alle violazioni dei diritti umani fondamentali e delle
risoluzioni dell´O.N.U.;
la manifestazione del prossimo 24 marzo a Roma, in occasione del quinto
anniversario del naufragio della Kater i Radesh, la nave speronata e
affondata, con oltre centoventi migranti a bordo, da una nave della
marina militare davanti al porto di Otranto; la manifestazione assume
un forte valore simbolico, nel momento in cui il governo decide di
generalizzare l´uso di mezzi militari nel controllo e nel respingimento
dell´immigrazione clandestina.
Nel corso dell´assemblea, diversi interventi hanno evidenziato come
anche le politiche sull´immigrazione possano ormai essere comprese, e
di conseguenza contrastate, solo in una dimensione che travalica quella
nazionale. E´ ormai a livello europeo che si dettano le linee guida cui
si attengono poi le legislazioni nazionali, a partire dal trattato di
Schengen in poi. Ed è ormai politica comune degli stati dell´Unione
Europea, siano essi governati dal centro - destra o dal centro -
sinistra, quella della negazione della libera circolazione delle
persone, che porta poi a generalizzare l´istituzione di quei luoghi di
segregazione, che sono i centri di detenzione amministrativa. Anche le
azioni di contrasto e di opposizione alle politiche proibizioniste
sull´immigrazione, quindi, andranno nel futuro pensate in una
dimensione europea; per questo proporremo, alla prossima assemblea
nazionale dei Social Forum, che in occasione del primo forum europeo,
che si terrà in autunno in Italia, la questione dei diritti dei
migranti e della libera circolazione delle persone venga posta come
centrale nell´agenda dei lavori.
Molti interventi hanno poi sottolineato come il processo di
autorganizzazione dei migranti, pur con i diversi livelli di
maturazione raggiunti nelle differenti realtà, renda sempre più attuale
l´inizio di un dibattito sull´ipotesi di uno sciopero degli immigrati,
che sia capace di comunicare in modo forte la correlazione tra le lotte
per i diritti in quanto migranti con quelle per i diritti di tutti i
lavoratori, e nello stesso tempo l´inserimento a pieno titolo dei
migranti come soggetti attivi nel contesto socio - economico del paese,
anche come elementi portatori di rivendicazioni e di conflitto. Si è
ripetuto più volte che il disegno di legge Bossi - Fini
sull´immigrazione, che rende il migrante mera manodopera deprivata di
diritti, è strettamente collegato alle politiche governative di attacco
ai diritti dei lavoratori: da qui l´ipotesi della costruzione di un
percorso che, partendo da un monitoraggio sui luoghi di lavoro nelle
diverse realtà, verifichi la praticabilità di uno sciopero che veda
protagonisti i lavoratori immigrati.
Infine, abbiamo iniziato a discutere delle modalità attraverso le quali
proseguire nel tempo le iniziative di lotta e di intervento contro le
politiche sull´immigrazione e le loro ricadute nella vita quotidiana
dei migranti. E´ stata approvata l´istituzione di un osservatorio sulla
discriminazione e il razzismo, che consenta in tempo reale il
monitoraggio, la denuncia e l´intervento di fronte agli abusi che
quotidianamente vengono perpetrati ai danni dei migranti.
E´ inoltre stata avanzata la proposta di un intervento nei confronti
degli enti locali, che promuovono politiche di rifiuto dell´accoglienza
e della promozione dei diritti sociali dei migranti, cercando di
incidere e sollevare contraddizioni soprattutto laddove al governo
delle città, province e regioni vi sono forze politiche non
programmaticamente schierate su posizioni xenofobe e razziste.
Per continuare la discussione, ci incontreremo nuovamente il 2 e 3
marzo, in occasione della prossima assemblea nazionale dei Social Forum
a Bologna.