Cari/care,
qui sotto trovate l'appello e una bozza di programma
per le tre giornate di Genova (19-20-21 luglio 2002).
Ci è stato chiesto se aderiamo come Brescia Social Forum.
La mia opinione è che dovremmo aderire perchè l'incontro di
Genova rappresenta un'occasione importante di confronto
all'interno del "movimento dei movimenti", ed il luogo
per proporre iniziative e campagne trasversali a tutti i
soggetti ( organizzati, non organizzati, social forum etc.)
che si riconoscono nelle
tematiche che abbiamo sollevato in quest'ultimo anno
Purtroppo i tempi sono strettissimi, dovremmo rispondere
entro stasera.
Faccio una proposta: risponde sulla ML chi non
condivide nella sostanza l'appello.
Può andare?
ciao
Felice
p.s. gli altri Social Forum della provincia di Brescia
sono invitati ad esprimersi ed a inviare l'eventuale
adesione a bruno(a)aleph.it
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GENOVA : LE NOSTRE RAGIONI
Noi che nel Luglio scorso abbiamo dato vita alla straordinaria e plurale
esperienza del Genoa Social Forum rivolgiamo un appello a tutti e tutte
coloro che lo scorso anno sono venuti a Genova per manifestare il loro
dissenso contro il governo abusivo del pianeta, il G8, e le sue
politiche di morte.
A tutti e a tutte coloro che, riconoscendosi nel patto di lavoro che
dette
origine al Genoa Social Forum e nella dichiarazione d'intenti del GSF
di
non recare danno alcuno a cose e persone, si sono visti negare il loro
diritto a manifestare liberamente ed hanno subito una repressione senza
precedenti nella storia della Repubblica Italiana.
Ci rivolgiamo alle donne ed agli uomini che, pur non essendo
fisicamente a
Genova, c'erano con il cuore e con la mente.
A tutti e a tutte coloro che hanno avvertito il grande segnale di quei
giorni : i poveri che riprendevano la parola, gli ultimi che si
rimettevano
in cammino, una nuova generazione che scopriva il gusto e l'importanza
dell'impegno politico.
Ci rivolgiamo anche a coloro che a Genova non c'erano per scelta e che
solo dopo hanno capito l'importanza dell'evento.
Ci rivolgiamo ai registi che hanno filmato i colori e le percosse, ai
giornalisti che si sono opposti alla disinformazione organizzata
facendo il
loro mestiere, agli uomini e donne di cultura che hanno avvertito la
tragicità dei fatti ma anche l'inarrestabile voglia di dibattere,
discutere raddrizzare i torti enormi che si continuano a consumare e di
cambiare il mondo che tutte le persone venute e Genova condividevano.
Noi vogliamo riprendere le proposte emerse nel Public Forum che
precedette
l'apertura del summit del G8.
Vi chiediamo di tornare a Genova un anno dopo, nella settimana che
termina
con il 19, 20, 21 Luglio, per dire al mondo ciò che la repressione ha
voluto nascondere.
Per dire le nostre ragioni.
Voi G8, noi 6miliardi: era vero ieri lo è ancora di più oggi.
Anche i pochi impegni assunti dagli otto paesi più ricchi del mondo per
la
lotta alla povertà sono rimasti lettera morta.
In questo anno gli otto governanti abusivi del pianeta si sono
macchiati di
nuovi crimini contro l'umanità e risulta ancora piu' chiaramente che la
loro modalita' di potere addensa ulteriori ed imminenti guerre che
coinvolgono intere popolazioni civili..
Lo sterminio per fame e per malattie altrimenti curabili,
l'inaccessibilità
all'acqua potabile, lo sfruttamento inumano della forza lavoro,
l'inquinamento dello biosfera e l'avvelenamento dei mari sono
proseguiti
senza alcun freno.
Tutto cio' viene messo in atto per garantire il massimo di profitto ad
un
gruppo di transnazionali che incamerano nelle loro mani ricchezze
superiori
a quelle del PIL di interi paesi.
Una guerra economica, sociale e militare è stata dichiarata dagli otto
paesi più ricchi contro l'intera umanità.
Una guerra che uccide con l'arma del debito e degli aggiustamenti
strutturali, con il controllo delle proprietà intellettuale da parte
delle
multinazionali e con la demolizione di ogni straccio di legislazione
sociale che sia di impedimento
alla selvaggia e libera espansione del mercato.
Una guerra che uccide con la crescita senza precedenti delle spese
militari
e con la costruzione di nuovi sistemi di morte come lo scudo stellare.
Una guerra che ci hanno detto voler essere permanente, sovrana
regolatrice
della dittatura del mercato, volano ricercato per superare ogni
recessione
e far girare al massimo la macchina dell'ingiustizia.
A questo tipo di guerra seguono le guerre "guerreggiate" che tanti lutti
continuano a produrre tra le popolazioni.
I potenti chiusi nella loro zona rossa, isolati dal mondo insieme al
loro
esercito privato, hanno avuto paura dei trecentomila di Genova.
Temevano che il tarlo di Seattle avesse scavato così a fondo da far
vacillare il granitico consenso di cui hanno bisogno.
Per questo hanno scelto la repressione.
E Genova è stata violentata nel corpo e nell'anima, fino a versare il
sangue di uno dei suoi figli: Carlo Giuliani.
Non immaginavano che il nostro dolore diventasse il dolore di una parte
così vasta dell'umanità , che il nome di Carlo e di Genova varcasse gli
oceani e le montagne, narrasse dolcemente alle orecchie di chi
contadino/a,
operaio/a, studente/ssa, disoccupato/a, senza casa, senza terra, senza
speranza, che la storia non è affatto chiusa e che il loro destini
possono
essere riscritti con l'inchiostro della giustizia sociale, della
libertà,
della pace.
Torniamo a Genova un anno dopo.
A rincontrare i genovesi, in primo luogo quelli che ci hanno accolto con
simpatia e condivisione dei nostri ideali, nonostante una ossessionante
campagna intimidatoria, per la loro civiltà e per la loro pazienza, ma
anche quelli di loro che erano stati indotti ad allontanarsi da una
propaganda intimidatoria o che lo avevano scelto, perché capiscano che
la
violenza stava dentro e dietro le grate e non nasceva dentro un
movimento
di migliaia di persone che scendevano in piazza per un mondo migliore.
A riscoprire Genova libera da cancelli, grate, posti di blocco.
A continuare la riflessione, che e' cresciuta e lievitata in mille
iniziative durante questo anno in Italia e nel mondo.
A riflettere e a discutere sul nostro domani, sulla possibilita' di una
reale alternativa alla globalizzazione neoliberista, con una modifica
radicale dei saperi che metta al centro la formazione e la scuola come
diritti per tutte e tutti, delle produzioni e degli stili di vita, a
cominciare, dal ripensamento dei consumi e dal rifiuto di utilizzare
cibi
geneticamente modificati, rilanciando l'agricoltura biologica, per
continuare con la radicale ed indifferibile messa in discussione dei
rapporti di produzione.
Ad appoggiare e rilanciare tutte le campagne che si stanno sviluppando,
come, ad esempio, quella contro la modifica della legge sulla
produzione e
il commercio delle armi, quelle per il boicottaggio di aziende e marchi
responsabili di gravi violazioni di diritti e di attacco all'ecosistema,
quelle per la difesa e l'estensione delle garanzie dello Statuto dei
Lavoratori e la lotta contro ogni forma di precariato, quella per
l'affermazione dei principi di civiltà e di giustizia violati dalla
legge
sull'immigrazione Bossi - Fini, quelle per gli acquisti trasparenti e
per
la sicurezza alimentare, quella per la fine dell'embargo all'Iraq,
quella
contro la Nato, quella che intende riaffermare la difesa e la
riqualificazione della scuola pubblica.
Torniamo a Genova perché le nostre ragioni sono ancora tutte presenti .
Sono ancora di più in movimento.
Il programma e' ancora in definizione, ma proponiamo alcune
caratterizzazioni per i tre giorni cruciali: esso sarà elaborato nei
dettagli e nelle sue linee di massima in successive riunioni. La
assemblea
plenaria sul futuro del movimento dovrebbe trovare posto il Venerdi o
la
Domenica.
Venerdi 19 luglio 2002: Le ragioni dei movimenti (forum, plenarie,
dibattiti..) E' gia' stata annunciata un'assemblea del Forum Migranti.
Sabato 20 luglio 2002: Verita' e Giustizia sui fatti di Genova
(riflessioni
e manifestazioni)
Domenica 21 luglio 2002: Riprendiamoci la citta', le piazze. (spazi per
dibattiti e manifestazioni, elaborazioni di proposte)
Nei giorni precedenti: iniziative decentrate in citta'.