SABATO 18 GENNAIO
CSA MAGAZZINO 47
VIA INDUSTRIALE-BRESCIA
AL MUKAWA in concerto
- ingresso a sottoscrizione -
AL MUKAWAMA
Luca Zulù (99 Posse)
Neil "Perch" (Zion Train)
Papa J (Malastrada)
Due voci che si alternano, una musica potente a sostenere il messaggio, la
rabbia, lo scherno. L'unione di due realtà nate in contesti diversi ma
unite dallo stesso istinto di rivoluzione. Questo in sintesi il progetto,
nato da un idea di Sasquatch, e reso possibile dall'incontro fra Luca
"Zulù" e Papa J, membri fondatori dei 99 POSSE, e Neil "Perch", dubmaster e
anima ritmica degli ZION TRAIN. Da una parte la Posse che ha scritto una
pagina indelebile nella musica indipendente italiana, dall'altra una crew,
un soundsystem che non è solo un modo di espressione musicale e culturale
ma è una filosofia di vita. Accompagnati in concerto da Dave "Hake",
trombettista dei Crispy Horns, e da Paolo "Bantone" Polcari, tastierista
degli AlmaMegretta da qualche anno produttore a Londra, e dalle proiezioni
di immagini di vita e di lotta curate dal regista Antonio Bocola, che con
le sue costruzioni video introduce visivamente gli spettatori nel mondo
descritto dalla musica e dalle parole del combo. Una nuova esperienza di
condivisione musicale e politica per questo collettivo già impegnato a
sostenere molte realtà di lotta in italia e nel mondo.
In un periodo storico in cui l'arabo e il musulmano vengono additati come
terroristi e sanguinari, abbiamo scelto un nome in arabo il cui
significato, la resistenza, rappresenta come un baluardo contro questo
modello di sviluppo fondato sulla discriminazione economica e sulla guerra,
che in alcune zone del mondo si combatte con armi reali e produce vittime
reali, tangibili, in larga parte "innocenti" (ammesso che un "colpevole"
meriti di essere ammazzato da un suo simile per le sue colpe), ma che si
combatte e fa danni anche in paesi dove ufficialmente c'è la pace.
Ogni giorno la vita di oramai due terzi abbondanti della popolazione
mondiale è una battaglia contro la disoccupazione, la precarietà, le
condizioni di lavoro, l' invivibilità dei quartieri popolari, la cattiva e
scarsa alimentazione, la macrocriminalità e le leggi liberticide, i confini
e i permessi di soggiorno, gli interessi delle aziende e gli accordi
internazionali.
E' paradossalmente dalle zone del pianeta in cui questa "everyday war" si
combatte in maniera più efferata e produce i danni più grossi (come la
Palestina ma anche il sud est messicano) che vengono gli stimoli più
poderosi ed i segnali più eclatanti di una resistenza che viene dal basso e
che sembra impossibile immaginare di fermare: dall'Intifada di una gioventù
palestinese priva di un esercito regolare e armata perlopiù del suo
coraggio, all' "esercito degli straccioni" del subcomandante Marcos armato
solo di parole contro chi gli nega tutto a partire dall'esistenza, i
segnali dell'opportunità reale di pensare ad "un altro mondo possibile", si
fanno oggi più che mai tangibili e trovano nelle molteplici anime del
movimento no global una platea attenta di spettatori e protagonisti di
disagi e lotte: dagli operai di melfi, termini imerese, arese e torino agli
studenti che occupano le scuole contro le privatizzazioni, dalle donne in
nero in Israele ai black block, da Don Vitaliano Della Sala al movimento
dei disoccupati, dalle moltitudini di migranti agli "stranieri nella loro
nazione", a mille altri ancora. E' questa la nostra gente, con alcuni
andiamo più d'accordo e con talaltri di meno ma è con loro che camminiamo e
camminando domandiamo, noi che di questo movimento non siamo che tre delle
milioni di voci.
per info:
Radio Onda d'Urto 03045670