-----Messaggio originale----- Da: elpagani@libero.it elpagani@libero.it A: disarmolombardia@domeus.it disarmolombardia@domeus.it Data: giovedì 15 gennaio 2004 22.30 Oggetto: [disarmolombardia] Appello Difesa LR.6.94 Riconversione
Cari/e tutti/e
Come daccordo ho anch'io iniziato a contattare persone che potrebbero essere disponibili a farsi promotori dell'appello per la difesa della L.R.94, o che potrebbero essere la via per arrivare ad altre (ad es. il Cardinale Tettamanzi). Ho inviato inviti e-mail a Padre Marcello Storgato e a Padre Giorgio Beretta dei Missionari Saveriani. Mi sto muovendo nei confronti dei Comboniani di Venegono Superiore: venerdì sera mi incontro con Padre Rossano del GIM. Lidia Vanossi e Piero Bianchi del Gruppo missionario del Decanato di Tradate, che ho sentito in questi giorni, hanno già oggi contattato il Vicario Episcopale di Varese Mons. Luigi Stucchi, anche per verificare la possibilità (che rimane difficile) di arrivare al Cardinal Tettamanzi. Dell'appello si inizierà anche a parlare nella manifestazione ecumenica della provincia di Varese prevista per domenica pomeriggio. Ho contattato Emilio Lonati (Operatore settore bellico Fim Nazionale) per poter avere un supporto nel contatto con Roberto Benaglia Segretario generale Fim-Cisl Lombardia. Ho sentito quest'ultimo oggi e mi è sembrato molto disponibile, gli ho inviato il materiale e sono in attesa di risentirlo. Egli si è proposto di sentire anche i segretari generali di Fiom (che comunque anche qualcuno di noi doveva contattare, non ricordo più chi) e Uilm regionali. Ho cercato di contattare il fisico nucleare Paolo Cotta Ramusino, la mail mi è però purtroppo ritornata segnalando l'indirizzo non più attivo. Verificherò attraverso la mailing list degli scienziati contro la guerra. Uno dei miei problemi è che lavorando tutta la giornata (mi alzo alle 6 e rientro alle 17-18), mi rimane poco tempo per agire, poi, alcuni canali, col tempo, si sono riempiti di ragnetele. Marco Tamborini sta cercando via Caritas e Pax Christi di contattare Mons. Colmegna della caritas Ambrosiana. Marco sentiva anche la Franca Faita, già lavoratrice della Valsella, protagonista della lotta per la riconversione ed ora Cavaliere della Repubblica.
Come va con i contatti verso Dario Fò, Gino Strada, ecc.?
I promotori devono essere personaggi della regione vero? Poi le adesioni possono spaziare, perchè no, anche all'estero oltre che a livello nazionale, giusto?... Chiedo questo perchè a fine mese vedrò Padre Alex zanotelli che sarà a Venegono...
Allego qui sotto l'introduzione (stesa da me) e l'appello (quello della prima mail di Piero) che ho fatto girare. Allego anche una mia nota su ciò che l'Agenzia una volta rimessa in moto potrebbe fare, un documento come questo, o simile, potrebbe motivare maggiormente le persone che sono chiamate ad aderirvi. Allego anche l'elenco delle associazioni che erano rappresentate nell'agenzia e che è a mio giudizio necessario contattare.
Per ora è tutto. Buona notte. Elio
Necessità di una iniziativa a difesa della L.R.6.1994 sulla Riconversione della Industria bellica
Una serie di associazioni facenti capo alla Rete Regionale Disarmo lombarda, colpite dalle notizie che indicano l’esistenza di una volontà politica, in seno all’attuale giunta regionale, di abrogare la legge n°6.1994 relativa alla istituzione della Agenzia per la riconversione dell’industria bellica, hanno pensato di tentare una azione di resistenza per fermare tale volontà.
Esse hanno ritenuto che si dovesse anzitutto lanciare un appello per la difesa della legge e il rilancio dell'agenzia regionale per la riconversione. Consapevoli della necessità che questo appello dovesse avere capacità di incidere a partire dalla qualità dei suoi promotori, si è promossa una ricerca nei confronti di personaggi della cultura, religiosi, dell’associazionismo, dei sindacati che fossero disponibili ad assumersi questo onere.
L’idea di realizzare uno strumento istituzionale in grado di favorire la riconversione dell’industria bellica, viene da lontano: dagli intellettuali americani ed europei che si sono occupati della questione, dai sindacati, dai lavoratori dell’industria bellica che nel passato si sono dovuti confrontare aspramente con il problema della riconversione e con la contraddizione di dover lavorare per garantire una vita dignitosa a se ed alla propria famiglia e dover preparare strumenti di morte. In Italia questo argomento fu affrontato anche a livello nazionale sia dai ministri On. Granelli e On. Fracanzani, sia da diverse proposte di legge, ed è presente in una forma minore all’interno della L.185/90, ora modificata con L.1547/2003.
L’idea di realizzare una Agenzia per la riconversione dell’industria bellica in Lombardia, fu del comitato dei “Cassaintegrati Aermacchi per la Pace ed il Diritto al Lavoro”, che, nei primi anni ’90, rifiutando di lasciarsi coinvolgere in una azione di lobbying volta a difendere l’occupazione mediante richieste di aumento delle commesse militari, pensò di chiedere ai Consiglieri regionali di istituire un organismo che favorisse i processi di riconversione. Questi lavoratori erano stati espulsi dall’azienda anche per le loro posizioni contrarie al commercio di armi e favorevoli ai processi di riconversione, ma non volevano cedere a ricatti ed anzi volevano pensare a come era possibile difendere l’occupazione dei colleghi e la dignità del loro lavoro.
La Legge Regionale fu approvata grazie alla sensibilità di un vasto arco di forze politiche del centro e della sinistra rappresentate nel Consiglio regionale (dalla Democrazia Cristiana fino a Rifondazione Comunista).
La L.R. ha costituito l’”Agenzia per la riconversione dell’industria bellica” lombarda in cui operano rappresentanti della Giunta e del Consiglio Regionale, rappresentanti delle forze sociali: degli industriali e dei sindacati, e delle associazioni della società civile.
La Agenzia ha operato, grazie ad un fondo annuale previsto dal bilancio regionale, finanziando iniziative di ricerca sull’industria bellica lombarda e studi relativi alla riconversione realizzati dalle stesse industrie a produzione militare che avevano vinto il bando per accedere ai suddetti fondi.
Da qualche anno l’Agenzia non è più operativa, per l’esistenza di una volontà politica avversa all’impostazione della Legge. Ora sembra si sia affermata la volontà di abrogarla definitivamente.
Questo avviene in un quadro deteriorato da una parte dalla revisione della L.185/90, che ha allentato i vincoli e i limiti sulla esportazione di armi, dall’altra parte dall’affermarsi di logiche di guerra preventiva, infinità, illegale nei confronti del diritto e delle istituzioni internazionali.
BOZZA APPELLO PER LA DIFESA DELLA LEGGE REGIONALE N°6-1994 SULLA RICONVERSONE DELL’INDUSTRIA BELLICA
La guerra è tornata a essere lo strumento con cui si costruisce un nuovo ordine mondiale, mezzo con il quale leaders politici più o meno legittimati pretendono di affrontare conflitti che invece possono e devono essere composti attraverso il confronto pacifico, la diplomazia e la cooperazione internazionale...
Alla vigilia della guerra contro l'Iraq milioni di donne e uomini in tutto il mondo hanno manifestato per fermare quella guerra, considerata ingiusta, illegittima e illegale - come del resto sono ormai tutte le guerre. Ma la volontà dei popoli non è stata rispettata, l'Iraq è stato comunque attaccato e occupato, le pratiche e le prospettive di guerra ne escono rafforzate nella loro dimensione di lunga durata. Più che mai, la pace va dunque conquistata con un impegno politico e civile lungo, costante, quotidiano e capillare - cercando di contrastare le spinte che portano alla guerra stessa e le politiche che la preparano. Ognuno di noi può fare qualcosa per la pace, ogni istituzione democratica deve essere coinvolta e responsabilizzata attraverso l'adozione di misure e di atti concreti...
Rispondendo proprio a questa profonda esigenza politica e morale già dieci anni fa la regione Lombardia si è dotata di una "Agenzia per la riconversione dell'industria bellica", istituita con la L.R. n. 6, dell'11 marzo 1994.
Amministrata da una Commissione di rappresentanti della Regione, dei sindacati, degli industriali armieri e delle associazioni pacifiste, l'Agenzia aveva il compito di incentivare progetti di riconversione produttiva delle aziende armiere lombarde, di svolgere funzioni di osservatorio sul comparto, di promuovere iniziative di ricerca, di formazione e informazione sui temi della pace.
Dall'insediamento dell'ultima Giunta regionale, l'Agenzia per la riconversione dell'industria bellica è lettera morta. I nuovi commissari non sono stati nominati. La legge istitutiva non è stata rifinanziata. Circolano anzi insistentemente voci che ne preconizzano la definitiva soppressione, rivelando una volontà politica tesa a lubrificare in ogni modo le opportunità di business offerte dal mercato bellico.
Ma questo non può, non deve succedere. Tanto più in un momento come questo, tanto più nella regione italiana con i maggiori siti produttivi di armi leggere e pesanti: la sola provincia di Brescia, nel 2001 ha esportato armi per 197 milioni di euro. Secondo gli studi dell'Onu, nel decennio 1990-2000 le sole, cosiddette, armi "leggere" hanno provocato nel mondo più di 5 milioni di morti - la metà dei quali bambini - e 2,5 milioni di disabili gravi.
Non vogliamo che la Lombardia primeggi nella produzione di strumenti di guerra e devastazione. La nostra regione ha risorse materiali, tecniche e umane sufficienti a garantire altrimenti la propria economia. Il cammino verso la riconversione della produzione, dell'economia e della cultura legata alle armi può e deve essere ripreso con decisione.
Chiamiamo perciò le persone, le associazioni e i movimenti che vogliono la pace, le forze politiche e i consiglieri regionali della Lombardia a un forte impegno perché l'Agenzia per la riconversione dell'industria bellica della Regione Lombardia non chiuda, ma sia rilanciata al più presto con la nomina di una nuova Commissione, con un congruo finanziamento che le permetta di operare efficacemente per la pace e per il disarmo nel mondo e nelle coscienze di oggi, che rischiano di essere travolti dalla "guerra preventiva e permanente". Per questo invitiamo le forze politiche, sociali e culturali della Regione ad un confronto sul tema.
L’Agenzia lombarda per la riconversione dell’industria bellica potrebbe operare prevedendo:
1- Un rilancio della ricerca sulla industria militare lombarda, prevedendo la diffusione dei risultati;
2- Una adeguata diffusione di informazioni relative alla precedente ricerca (del 1994);
3- La diffusione di informazioni relative alle attività svolte dall'Agenzia, in particolare le attività di finanziamento a favore di studi e iniziative di diversificazione e riconversione dell'industria bellica lombarda, e sul loro esito produttivo ed occupazionale;
4- La diffusione di informazioni relative alle iniziative di sostegno ai processi di ridimensionamento della produzione militare finanziate dal programma Konver sul territorio della regione Lombardia e sul loro esito produttivo ed occupazionale;
5- La diffusione di informazioni sull'estensione e gli effetti delle iniziative Perifra e Konver nei vari paesi europei che ne hanno beneficiato;
6- La diffusione di informazioni relative all'applicazione e agli effetti degli stanziamenti nazionali per la riconversione e ristrutturazione dell'industria bellica operativi dagli anni '90, con particolare riguardo alla loro applicazione sul territorio regionale;
7- La raccolta, l'aggiornamento costante e la diffusione di una bibliografia sulla riconversione e di links con i centri di ricerca che in vari paesi si sono occupati e si occupano di riconversione dell'industria bellica (es.: il tedesco BICC - Bonn International Center for Conversion, l'inglese ACP - Arms Conversion Project, gli americani OEA - Office of Economic Adjustment (istituzionale) e CEC - Center for Economic Conversion, ecc.);
7- La diffusione di informazioni sulle esportazioni di armi operate dalle industrie lombarde a produzione militare;
8- La diffusione di informazioni sulla modifica della Legge 185/90 e le ripercussioni della nuova legge per il controllo dell'esportazione di armi;
9- La realizzazione di un sito (o di uno spazio Web nel contesto del sito della Regione Lombardia) dell'Agenzia, per la diffusione on-line delle suddette informazioni e di altre ritenute importanti, prodotte o meno dall’Agenzia;
10- La cooperazione ed il sostegno alle attività di OPAL - Osservatorio permanente sulle armi leggere di Brescia e del GSAD - Gruppo di studio su armi e disarmo della Università Cattolica di Milano, sui temi del monitoraggio dell'industria bellica e della riconversione;
11- Studi sul rapporto tra la produzione di armi (a partire da quelle effettuate sul territorio lombardo) e le guerre più recenti
12- Studi sul rapporto tra la produzione di armi (a partire da quelle effettuate sul territorio lombardo) e le nuove strategie militari a partire dalle filosofie contenute nel Nuovo Modello di Difesa del 1991 e nei successivi aggiornamenti, nonché con le filosofie della guerra unilaterale, preventiva, costituente, infinita, così come previste nel pensiero strategico americano
13- Studi sul rapporto tra integrazione europea in tema di difesa e cooperazione nella produzione di sistemi d’arma tra paesi ed industrie “nazionali”, ed i suoi riflessi in tema di localizzazione produttiva e di occupazione
14- Studi sul rapporto tra integrazione europea in tema di difesa e nuove strategie militari
15- Studi sul rapporto tra integrazione europea in tema di difesa e guerre.
16- Studi sulle attuali normative vigenti nei singoli paesi europei in tema di controllo e limitazione dell’export di armi, sulle caratteristiche dell’attuale codice di condotta europeo che regola la stessa materia e sulle proposte e possibilità di rendere tali norme più stringenti e vincolanti
17- Studi sul rapporto tra economia e produzione bellica, in termini di effetti della seconda sulla prima e di relazione dialettica tra i due termini
18- Studi sugli effetti economici della produzione bellica nel territorio lombardo nell’ottica di identificare in modo analitico il peso di questa sul sistema economico regionale e locale, il livello di dipendenza dalle commesse militari dei territori più interessati al fenomeno, il moltiplicatore economico specifico, il peso dell’indotto in Lombardia in relazione a quello attivato nel resto d’Italia e quello attivato all’estero, ecc.
19- Studi sulla crescente quota di R&S destinata alle produzioni militari o duali, presenza del fenomeno in Lombardia, e sui suoi effetti economici, industriali ed occupazionali nel breve, medio e lungo periodo, e sulle possibili alternative, studi sugli effetti di restrizione dei diritti dei lavoratori-ricercatori in relazione alla divulgazione dei risultati delle ricerche, di obbligo alla segretezza, di accesso fisico e mentale a luoghi, concetti e conoscenze, ecc.
20- Studi degli effetti della R&S militare sulla corsa agli armamenti, sulle strategie militari e la gestione delle guerre
21- Studi sulle dinamiche dei processi e delle trattative per il disarmo sviluppatesi fino ad oggi e sulle possibili nuove strategie per ottenere un disarmo effettivo per il prossimo futuro e sul ruolo che gli organismi internazionali a partire dall’ONU, ma anche di quelli regionali, possono avere al riguardo.
22- Studi sulle campagne di base per il disarmo e contro la guerra
23- La realizzazione di convegni sui temi di cui sopra ed in particolare su quelli relativi al rapporto tra ricerca, sviluppo, produzione ed esportazione di armi, “nuovi modelli di difesa” e guerre;
24- Studi sulla presenza delle basi militari nella regione, sul loro ruolo, sul loro impatto economico ed occupazionale
25- Studi sulla possibile riconversione ad usi civili delle risorse presenti nelle stesse basi
27- Il rifinanziamento dei bandi a favore delle aziende che presentino progetti di diversificazione -riconversione;
28- Il finanziamento alle industrie belliche della impostazione di piani biennali di conversione da implementare nel caso di decisioni politiche di disarmo e o riduzione/blocco delle esportazioni di armi, considerando tali piani un imperativo etico irrinunciabile per queste aziende.
29- Studi sulla necessità di una architettura nazionale e soprannazionale per favorire ed accompagnare i processi di riconversione al civile, anche in vista di suggerimenti da dare ai governi centrali
(Elio Pagani 02.01.04)
Associazioni che da subito potrebbero dare la loro adesione al nostro progetto e/o all’appello
a difesa della L.R.6/94 relativa alla riconversione dell’industria bellica.
Associazioni che erano rappresentate nell’Agenzia prima del suo blocco operativo:
- ACLI regionale
- ARCI regionale
- Legambiente regionale
- Pax Christi regionale
- Caritas Ambrosiana
- Mani tese regionale
- WWF regionale
- Comitato Golfo
- Assopace regionale
- LOC Milano
- MIR-MN Varese, Brescia, Milano
- Consulta per la pace Brescia
- SCI: Servizio Civile Internazionale
- Pace Subito
Altre associazioni precedentemente coinvolte a supporto rappresentante associazioni nell’Agenzia:
- Pax Christi Milano
- ACLI Milano
- Casa Pace Milano
- Coordinamento Comasco per la pace
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