----- Original Message ----- From: ICS - network asilo To: Undisclosed-Recipient:; Sent: Friday, March 21, 2003 9:51 AM Subject: (ICS news asilo - 21/03/03) - Guerra in Iraq e protezione umanitaria
Carissimi,
di seguito trovate due comunicati sulla guerra in Iraq: uno di ICS e uno congiunto (ICS, Amnesty International, Medici Senza Frontiere) della camapagna Diritto di Asilo: Una Questione di Civilta'.
Cordialmente
Maria Silvia Olivieri - ICS
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FERMIAMO LA GUERRA SOLIDARIETA' CON LE POPOLAZIONI CIVILI Dichiarazione di Giulio Marcon Presidente del Consorzio Italiano di Solidarietà
L'inizio della guerra all'Iraq ha come prima e immediata conseguenza l'aggravamento della gia' drammatica situazione umanitaria della popolazione irachena. Come ogni guerra sono i civili a pagare il prezzo della guerra. Da questa notte molte migliaia di iracheni sono in pericolo di vita, non solo perche' possibili obiettivi dei missili e delle bombe, ma anche perche' da oggi privi di rifornimenti, di cibo, di acqua, di medicine. La guerra degli Stati uniti e dei suoi alleati e' un crimine contro le popolazioni civili, una violazione gravissima del diritto internazionale, un colpo all'ONU, la premessa per un periodo di instabilita', di terrorismo e di nuovi conlflitti. ICS si unisce a tutti coloro che si mobilitano per fermare la guerra e dare ancora possibilità ad una soluzione diplomatica. Lo faremo in ogni modo: nelle piazze, nelle istituzioni, con le azioni nonviolente, con la protesta con le bandiere Denunciamo il governo italiano e il cosiddetto " capolavoro diplomatico" rivendicato da S.Berlusconi che altro non e' che complicita' con chi sgancia le bombe sulla popolazione civile. Denunciamo ogni tentativo del governo italiano di coprire con gli "aiuti umanitari" - come fu con la missione arcobaleno con il Kosovo - la scelta della guerra: non accetteremo un euro dal goverrno italiano e invitiamo tutti a sostenere il Tavolo di solidarieta' con le popolazioni irachene. Invitiamo tutti i cooperanti, i volontari e gli operatori umanitari italiani presenti all'estero a fermarsi domani per uno sciopero bianco della cooeprazione e volontariato intarnazionale e portare messaggi di protesta alle ambasciate italiane.
Fine del comunicato
Roma, 20 marzo 2003
Per informazioni e per concordare interviste: Catherine Dickehage, responsabile relazioni esterne. Cell. 348 5814954 - E-mail: c.dickehage@icsitalia.org Nelle prossime ore è prevista la partenza di una missione di ICS verso la Giordania e l'Iraq.
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AMNESTY INTERNATIONAL ICS - CONSORZIO ITALIANO DI SOLIDARIETÀ MEDICI SENZA FRONTIERE
APPELLO PER LA PROTEZIONE UMANITARIA ALLE VITTIME DELLA GUERRA
Come confermato da tutte le organizzazioni di tutela dei diritti umani e di assistenza ai rifugiati e alle vittime di guerra, e prioritariamente dall´Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr) e dalla Croce Rossa internazionale, la guerra scatenata contro l´Iraq è in grado di provocare una "catastrofe umanitaria", con una previsione di sfollati e profughi pari a centinaia di migliaia di persone in fuga dal solo territorio iracheno, senza dimenticare gli effetti a catena che si scateneranno nell´intera area.
Anche se la maggior parte dell´esodo dall´Iraq si riverserà sui Paesi vicini, e segnatamente Iran, Turchia e Giordania, è prevedibile che parte di tale esodo si dirigerà verso l´Europa, quindi anche verso l´Italia. Il nostro paese, anzi, potrebbe rappresentare per la sua posizione geografica il principale punto di ingresso, insieme alla Grecia, nell´Unione europea. La gravità complessiva dell´esodo verso Occidente potrebbe aggravarsi, coinvolgendo anche i kurdi della Turchia. Questo soprattutto nel caso in cui in Turchia si verifichi un aumento della tensione interna tra il Governo e la popolazione kurda, che aspira a una maggiore autonomia. Gianfranco Schiamone dell´ICS ricorda a questo proposito che «nel territorio del Kurdistan turco è stato proclamato lo stato di emergenza e che recentemente il partito dell´HADEP, uno dei maggiori partiti politici kurdi, è stato dichiarato fuori legge dalla magistratura turca».
Amnesty International, ICS-Consorzio Italiano di Solidarietà e Medici Senza Frontiere, promotori della campagna "Diritto d´Asilo: una questione di solidarietà", richiamano l´attenzione sul fatto che non necessariamente l´esodo verso l´Europa e l´Italia avverrà in tempi brevi. La situazione di guerra aperta e le distanze geografiche potrebbero, in una prima fase, rallentare gli spostamenti di popolazione. Il che vorrebbe dire che la fuga dei profughi e dei rifugiati potrebbe dilatarsi nel tempo e investire i nostri paesi con un flusso continuo anche se non subito drammaticamente visibile. Che un esodo verso Occidente sia già in atto è comprovato dal forte aumento di arrivi in Europa e in Italia, registrato negli ultimi mesi, di cittadini iracheni e di kurdi provenienti sia dalla Turchia che dall´Iraq.
In questo senso, afferma Loris De Filippi di Medici Senza Frontiere, «troviamo sconcertanti e censurabili le esternazioni del ministro Umberto Bossi, apparse sul quotidiano "La Repubblica" in data giovedì 20 marzo 2003, secondo cui i profughi in fuga dal conflitto iracheno debbano "restarsene a casa loro". Con questa affermazione il ministro Bossi, uno dei padri della legge 189/2002 (detta appunto Bossi-Fini), che le nostre organizzazioni considerano lacunosa e complessivamente insoddisfacente, dimostra di non tenere in considerazione l´articolo 10 della Costituzione italiana, la Convenzione di Ginevra relativa alo status di rifugiato e la Dichiarazione universale dei diritti umani. Una volta di più riteniamo determinante portare all´attenzione dell´opinione pubblica quanto sia grave che in Italia, unico tra i Paesi membri dell´Unione europea, negli ultimi cinquant´anni non sia stata approvata una legge organica sul diritto d´asilo».
«L´Italia deve fare la sua parte per garantire la massima assistenza umanitaria alla popolazione civile irachena, stremata da trent´anni di repressione brutale e da dodici anni di sanzioni economiche, vittima di un conflitto che non ha in alcun modo contribuito a provocare. Questa assistenza dovrà concretizzarsi nella richiesta agli Stati confinanti con l´Iraq di tenere aperte le frontiere, nell´aiuto a questi ultimi affinché siano in grado di accogliere i rifugiati e in misure immediate di assistenza alle vittime della guerra che arriveranno ai nostri confini», ha dichiarato Marco Bertotto di Amnesty International.
Sulla base delle ragioni sopra esposte, Amnesty International, ICS-Consorzio Italiano di Solidarietà e Medici Senza Frontiere lanciano un appello al Governo e al Parlamento italiani affinché siano adottate le seguenti misure urgenti:
1. vengano emessi gli atti legislativi e amministrativi previsti dalla legislazione vigente, e segnatamente dall´art. 20 (misure straordinarie di accoglienza per eventi eccezionali) della L. 189/02, affinché per tutta la durata del conflitto e del dopoguerra in Iraq sia attribuito a tutti i cittadini iracheni in fuga dal Paese un permesso di soggiorno temporaneo e rinnovabile per motivi di protezione umanitaria, abilitante al lavoro e al ricongiungimento familiare, senza pregiudizio per l´eventuale richiesta di asilo politico in Italia o in altri paesi;
2. un analogo permesso sia riconosciuto ai cittadini di etnia kurda provenienti da altri paesi dell´area, ed in particolare dalla Turchia, nonché a coloro che, venendo dai paesi coinvolti nel teatro di guerra, si dichiarino obiettori o renitenti alla leva, in analogia con quanto avvenuto con le chiare disposizioni che furono previste dalla L. 390/92 art. 2 bis, durante il confitto nei territori della ex Jugoslavia;
3. vengano impartite istruzioni alle autorità consolari italiane in Iran, Giordania, Siria e Turchia, affinché in via eccezionale si prendano in esame "in loco" con procedura d´urgenza eventuali richieste di protezione umanitaria e/o di asilo politico, nonché di ricongiungimento familiare, con persone che abbiano richiesto o ottenuto in Italia l´asilo politico, attribuendo agli interessati, se del caso, un visto temporaneo per l´ingresso in Italia;
4. venga attuato immediatamente un piano nazionale di emergenza per l´accoglienza dei profughi dalla guerra e sia istituito un tavolo di coordinamento degli interventi tra le istituzioni e gli enti e gli organismi umanitari maggiormente rappresentativi. Ferma restando la necessaria condivisione europea e quindi la necessità di distribuire l´accoglienza nei vari paesi in base a criteri di unità familiare e coesione comunitaria, anche in deroga alle norme generalmente valide sulla scelta del paese d´asilo, nell´attuazione del piano nazionale di accoglienza andrà evitato il più possibile il ricorso all´utilizzo di grandi strutture demaniali, privilegiando le forme di accoglienza diffusa, coinvolgendo gli enti locali e l´associazionismo attraverso una possibile estensione dell´esperienza positiva del Programma Nazionale Asilo (Pna).