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Bresciaoggi Martedì 17 Febbraio 2004
Una lettera del Sincobas ai consiglieri
Lavoratori immigrati esclusi dai concorsi «Il Comune discrimina»
«L'Amministrazione comunale discrimina i cittadini stranieri che vogliono accedere ai pubblici impieghi». L'accusa è dei delegati Rsu del Sincobas del Comune di Brescia. In una lettera aperta ai consiglieri comunali i rappresentanti sindacali denunciano l'esclusione dai concorsi indetti da Palazzo Loggia dei lavoratori non comunitari che da anni vivono regolarmente nella nostra città. «Il decreto legislativo 286 del 1998 (Testo unico sugli stranieri ) - scrivono - prevede che lo straniero regolarmente soggiornante sul territorio nazionale gode in materia civile degli stessi diritti riconosciuti al cittadino italiano e aggiunge che ai lavoratori stranieri regolarmente soggiornanti sul territorio nazionale è riconosciuta parità di trattamento e piena eguaglianza di diritti rispetto ai lavoratori italiani. Riteniamo - aggiungono - che i bandi di concorso pubblicati di recente dal Comune siano palesemente discriminanti nei confronti dei cittadini stranieri». Il Sincobas riporta l'esempio di alcune lavoratrici extracomunitarie che prestano servizio nelle Residenze comunali per anziani come operatori socio-assistenziali a tempo determinato o con contratti di lavoro interinale. Ebbene secondo le Rsu alle lavoratrici in questione viene negata la possibilità di partecipare ai concorsi banditi dalla Loggia per cercare di avere un lavoro a tempo indeterminato. «Dopo tanti anni di lavoro di cura agli anziani degli istituti comunali Arvedi e Villa Elisa perché - si domandano i rappresentanti sindacali - il Comune vuole escluderle dalla possibilità di partecipare al concorso dal momento che la legge lo consente?». E ancora: «Precarie sì, stabili no? Come si può chiamare se non discriminatoria questa scelta?».
Negare l'accesso ai concorsi pubblici indetti dal Comune ai cittadini stranieri che hanno i requisiti richiesti a quelli italiani e comunitari per il Sincobas è «il frutto di una scelta fatta in violazione della legge e non la conseguenza di un divieto legislativo». Un esempio che rende bene l'idea di quanto denunciato per i sindacati è appunto il concorso per l'assunzione di operatori socio-assistenziali per gli istituti geriatrici. Gli istituti geriatrici del Comune di Brescia da anni si avvalgono delle prestazioni lavorative di cittadini non comunitari assunti a tempo determinato o con contratti interinali. Personale che ha frequentato corsi di specializzazione e acquisito esperienza proprio nell'assistenza agli anziani. «Il non essere cittadini italiani o comunitari - conclude la lettera - è l'unico requisito che impedisce a questo personale di avere l'opportunità, al pari degli altri colleghi che da anni vivono una condizione lavorativa precaria di partecipare al concorso, appena bandito, per posti a tempo indeterminato».
Quindi la richiesta che venga rimossa «questa intollerabile discriminazione». c.z.
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