Del Mondo Kurdo n.4 A cura dell'Ufficio d'Informazione del Kurdistan in Italia Via Quintino Sella 41, 00187 Roma Tel 0642013576 / Fax. 0642003550 / uiki.onlus@tin.it / www.kurdistan.it
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1. Sindrome da DEHAP, Ozgur Politika - 3 fabbraio 2004 2. Brevi dal Kurdistan verso le elezioni .. 3. I colpevoli sono in relazione con la Turchia. ROBIN ALAN/MHA/ Bruxelles, 5 febbraio 2004 4. "Canzone di Donne" in 20 lingue. Ozgur Politika - 6 febbraio 2004 5. Giorgio Barbarici, immunologo all'Ospedale S. Matteo di Pavia Lucia Giusti, SPI - CGIL Alessandria
1. Sindrome da DEHAP, Ozgur Politika - 3 fabbraio 2004 Dopo che il leader del CHP ha accusato il DEHAP di fare politica etnica, anche l'AKP è sceso in campo, specialmente nelle aree kurde il ministro dell'interno ha avviato operazioni di pressione psicologica nei confronti del DEHAP. Il DEHAP è visto come un forte concorrente politico. Il partito AKP ha allertato le prefetture a fare attenzione nel prendere decisioni. L'AKP, nei giorni scorsi ha mandato una circolare intitolata "Determinazione dei candidati dei partiti di vertice". Il Ministro dell'Interno ha inviato a 13 prefetture la comunicazione, con l'invito ad aprire vertenze contro DEHAP. Il Ministro dell'Interno ha richiesto tale operazione motivandola con il fatto che il Kongra-Gel appoggia i candidati del DEHAP. La circolare intende produrre effetti nelle città dove tale sostegno è attivo a partire da Diyarbakir, fino ad Istanbul, Ankara, Izmir, Adana e Mersin. I partiti della sinistra si devono unire contro la circolare La comunicazione, passo iniziale di una più vasta operazione d'intimidazione psicologica, inviata dal Ministro dell'Interno alle città dove il DEHAP è il partito con maggior sostegno politico, ha provocato una dura risposta da parte dei partiti della coalizione democratica, delle organizzazioni provinciali e della società civile di Adana, Mersin, Amed e Dersim. Queste hanno reagito dicendo che occorre rafforzare la coalizione per essere in grado di fornire una risposta appropriata. Il presidente del DEHAP della provincia di Adana, Kerem Ugur, ha sottolineato che la circolare è illecita e richiamato i partiti che fanno parte della coalizione ad unirsi contro tale comunicazione e anche altri gruppi di sinistra rimasti, finora, fuori dalla coalizione, per opporsi alla comunicazione e, anche, ai provvedimenti antidemocratici dell'AKP. Il popolo deve rispondere all'AKP recandosi alle urne e dimostrando la propria determinazione. "L'AKP mostra la via per le montagne" Il presidente del Partito Libero (OP) Hussein Ugur, ha detto che l'AKP vuole impedire ogni possibilità di lotta politica legale con questa circolare. La comunicazione intende in sostanza che non può esservi lotta su un piano legale, è pertanto un invito a recarsi in montagna, a diventare guerriglieri, dove saranno poi inviati i soldati. Il presidente del DEHAP della provincia di Van, Hassan Ozgunes, ha detto che serve una riflessione su questa forma di resistenza contro gli avanzamenti delle forze restrittive impersonate dal governo dell'AKP. Il presidente dello SHP della provincia di Van, Cemal Sen ha invece dichiarato che "Biasimiamo questa comunicazione, che è contro l'alleanza delle forze democratiche. Essa è contro la legge e il diritto. Con una comunicazione del genere si vuol impedire la lotta per la pace e la democrazia, in atto nella Turchia d'oggi. È nostro compito portare avanti la lotta per la democrazia, con decisione, durante le elezioni del 28 marzo". Mentre, il Presidente dell'EMEP della sezione di Diyarbakir, Yavuz Karakus, ha detto: "Questo è un ripetersi delle politiche poste in essere nel passato. Anche negli anni scorsi vi furono, da parte del Ministro dell'Interno, comunicazioni di questo genere. Occorre fare attenzione a queste cose. Tale situazione indica il proseguire della politica di assimilazione attuata dalla Turchia.
2. Brevi dal Kurdistan verso le elezioni .. - Dopo aver lanciato una molotov alla sede del DEHAP del circolo di Smirne/ Cigli, il 28 novembre 2003, l'altro giorno è stata lanciata una seconda molotov, che ha provocato la rottura dei vetri della sede, rimasta fuori uso a causa del fuoco uscito nella stanza dell'amministrazione. Il presidente del circolo, la sig.ra Semra Ozisiklar ha affermato che " quest'attacco è inteso ad ostacolare l'Alleanza Democratica della sinistra, ad impedire la crescita del DEHAP. Ci fa pensare il fatto che l'attacco sia avvenuto dopo la circolare inviata dal Ministero dell'Interno " - Gli abitanti di Birecik (Urfa) hanno dichiarato che per aver votato il DEHAP, il sindaco del MHP Mahmut Mirkelam non fornisce i servizi necessari. Le strade sono rovinate, la fornitura d'acqua spesso viene interrotta. Il sindaco ha risposta ad un'interrogazione della cittadinanza che "il vostro quartiere non è compreso dentro il nostro progetto per questo non vi diamo nessun servizio." Alcuni piccoli imprenditori del quartiere di Sevgi Kucukha hanno detto che " il sindaco ci ha detto che non avendo votato per lui non ci fornisce i servizi". - La polizia ha chiuso senza motivo una caffetteria dove si faceva una presentazione pubblica dei candidati del DEHAP a Giresira, provincia di Barman. Un candidato del DEHAP per l'amministrazione comunale Naif Aynaz è stato arrestato e hanno perquisito la sua casa. Il proprietario della caffetteria, Bulent Koc, criticando quanto è successo ha raccontato " Avevo affittato la mia caffetteria al DEHAP per la presentazione dei suoi candidati. La riunione è finita nei tempi previsti,senza alcun problema. Ma, l'altro giorno (l'8 febbraio ndt) alcuni agenti della gendarmeria di Batman sono venuti nella mia caffetteria e hanno chiesto a mio fratello dove mi trovassi. Mi fratello ha risposto, che mi trovavo a Batman, perciò hanno iniziato a dire che il locale era sporco e che la caffetteria si affitta ai terroristi, chiudendola senza motivo. E prima di andare hanno detto che mi dovevo recare alla Gendarmeria e che la caffetteria sarebbe rimasta chiusa". Bulent Koc, ferito alle braccia, non può trovare un altro lavoro e vive grazie alla caffetteria "cerco di far vivere la mia famiglia di quattro persone con i soldi che guadagno dalla caffetteria, se la chiudono non possiamo vivere più". - A Sirnak sui circoli di DEHAP sconosciuti hanno disegnato segni di morte davanti alla porta della sede del partito. Mentre formalizzavano la denuncia i membri del circolo hanno avuto la seguente risposta dalla polizia "se è cosi, fate la guardia davanti alla porta fino a mattina". Mentre davanti alle sedi del DEHAP di Kumçati, Kasrik e Balveren è stato apposto il segno X. Abid Durak, candidato del DEHAP per Kumcati "nei primi tempi gli elettori venivano minacciati a non votarci, vogliamo che venga chiarito questo fatto".
3. I colpevoli sono in relazione con la Turchia. ROBIN ALAN/MHA/ Bruxelles, 5 febbraio 2004 Secondo il rapporto, preparato dai Servizi Segreti di Oslo, il leader di Ansar El Islam, Mela Kraker, è stato ritenuto in collegamento con il massacro avvenuto nella città di Hewler (Erbil) in sud Kurdistan. La sua organizzazione, aumentando l'instabilità nel paese, è stata artefice di molti eventi simili proprio nel Kurdistan meridionale ottenendo finanziamenti dalla Turchia. I Servizi Segreti di Oslo nel loro rapporto intitolato "Analisi Strategiche 2004", spiegano chiaramente che Krekar e il suo gruppo, Ansar El Islam, ricevono dalla Turchia i finanziamenti che vengono usati per le azioni terroristiche nel Kurdistan meridionale. Nel rapporto si afferma che, solo dal 17 settembre 2001 ad oggi, sono stati inviati circa 18 milioni di corone norvegesi. I bonifici vengono fatti tramite le banche turche. Il rapporto, a pagina 21, in uno schema denominato "Diagramma B" mostra come la famiglia irachena dei Kraker per poter finanziare le azioni terroristiche in Iraq e in Kurdistan meridionale raccoglie fondi in Europa attraverso un sistema di bonifici bancari che trasferiscono denaro in Turchia, da dove poi vengono inviati ai militanti di Al Qaeda e di Ansar El Islam. A pagina 20, paragrafo sesto, si dice che dal momento che esiste un sistema bancario nel Sud Kurdistan, non si sa se i soldi vengano mandati direttamente oppure non. Nel rapporto (vedi gli schemi B4 Krekar, Diagramma B e Network) si mostra come sia stata inviata dall'Iraq alla Turchia una cifra molto alta, attraverso un'organizzazione registrata. Kraker fa il leader Ancora, nel rapporto a pagina 20, in uno schema sui contatti, si afferma che Krekar in Kurdistan meridionale è il leader dei gruppi armati attivisti. Nella parte denominata "Nettverk I" Krekar, viene indicato come iracheno B4 e su di lui si dice: "Si muoveva in un tempio di Oslo ed è il leader dei gruppi armati attivi in Nord Iraq. Questa persona gode della simpatia dell'organizzazione terroristica Al Qaeda. Intorno a lui ci sono persone che sono state accusate di traffico di droga, mentre c'è un mandato d'arresto delle autorità giordane pendente su di lui per traffico di droga. Già i Servizi Segreti della Norvegia avevano richiamato l'attenzione Il Capo dei Servizi Segreti norvegese, aveva dichiarato di non avere fiducia nei Servizi Segreti Turchi e aveva aggiunto chiaramente di star lasciando le indagini in corso condivise con il MIT (Servizi Segreti Turchi). La polizia norvegese aveva chiarito ormai la relazione di Krekar con Osama Bin Laden. Secondo i norvegesi, il leader d'Ansar El Islam, Krekar, si è incontrato molte volte con Ayman Al-Zawahiri, braccio destro di Bin Laden, in Pakistan. Dopo che sono stati trovati i documenti, Krekar tramite il suo avvocato Brynjar Meling ha ammesso di aver incontrato Bin Laden nel 1988 in Pakistan a Pasciaver. La relazione Hizbullah e JITEM (le squadre speciali turche) Ansar El Islam è ancora sostenuta dal Pakistan, tramite l'Iran, in tutte le sue azioni terroristiche e nella militanza. Krekar e (Jund ul Islam) Ansar Al Islam, prima di stringere relazioni col JITEM, che controlla la droga in Kurdistan e in Turchia, si era messo in contatto con gli Hizbullah. Krekar e il suo gruppo, hanno cominciato negli anni di 90 ad avere contatti con gli Hizbullah, organizzazioni usate contro il movimento di liberazione del Kurdistan proprio da parte del JITEM e di TSK (Forze Armate Turche). Il contatto si è sviluppato dopo il 1999 e negli anni 2000/2001 si è giunti all'accordo. Alcuni membri degli Hizbullah, legati all'esercito turco e ai servizi segreti speciali, recatisi nei pressi di Halabja, in Kurdistan meridionale, si sono messi in contatto con Krekar e il suo gruppo. Kraker in quegli anni con il suo passaporto norvegese e con i suoi sostenitori iraniani, girava tra Europa e Sud Kurdistan. È stato così che ha creato il collegamento con membri degli Hizbullah che venivano in Europa. Hanno fatto riunioni in città tedesche come Amburgo, Colonia, Stuttgart e in Belgio, Olanda, Francia. Tanti altri paesi si sono accordati segretamente per il sostenerlo e mantenere uno stato di terrore. Kraker mettendosi in contatto con gli Hizbullah, organizzazione che ha ucciso circa mille fra patrioti ed intellettuali kurdi, sotto il controllo dello Stato turco, avrebbe potuto creare instabilità con attacchi terroristici, sostenuti direttamente e indirettamente dalla Turchia. Abbiamo incontrato ad Ankara due ex comandanti in pensione, che ci hanno dichiarato che "sarebbe un grosso rischio per gli stati avere un contatto diretto con le organizzazioni terroristiche. Invece di collegamenti del genere si è fatto uso d'infiltrati, che dentro il cervello dell'organizzazione coordinavano le azioni, chiudendo gli occhi di fronte alle possibilità finanziarie e logistiche". I comandanti militari raccontando che si è ben consapevoli di cosa farà l'organizzazione tenuta sotto controllo hanno dichiarato che "Kraker e i membri principali del suo gruppo non hanno bisogno di entrare in contatto diretto con la Turchia, sono in contatto con il Pakistan dalla meta degli anni 80. Alcune cose si possono fare con joint operations (operazioni condivise) tramite i servizi pakistani che conoscono tutta la struttura dell'organizzazione e tutte le debolezze degli esponenti di rilievo. Però, dall'altra parte, si conoscono le attività in Turchia del gruppo di Krekar, specialmente quelle degli ultimi due anni. Dopo l'invasione USA, quelli che si sentono infastiditi dall'alleanza USA e kurdi, che seguono la linea anti-Ozal, detti Sahin (aquile), sono usciti dalle fila di Krekar e del suo gruppo Ansar El Islam"
4. "Canzone di Donne" in 20 lingue. Ozgur Politika, 6 febbraio 2004 La manifestazione culturale "canzone di donne" sta preparandosi ad unire tutte le donne in una canzone. Le donne questa volta mostreranno le loro sofferenze, le loro storie di vita e i loro successi tramite, un gruppo da 500 persone che suoneranno il SAZ, chitarra tipica. Saranno raccontate le sofferenze sofferte dalle donne in tutto il mondo, tramite donne simbolo: dalla mitologia alle donne come Leyla Zana. Il progetto da realizzarsi nella giornata mondiale dedicata delle donne, prevede che una canzone il cui testo è stato scritto dalla sindacalista Yasar Seyman, sarà cantata da un coro di 500 donne, che suoneranno la chitarra tipica, 300 persone che danzeranno, 150 donne che faranno il semah (la danza alewiti), si terrà nell'Arena di Colonia. Il sig. Necati Sahin, il responsabile del progetto, ha parlato all'agenzia stampa MHA "Canzone di Donne una giornata organizzata dalla Federazione delle Organizzazioni Alewite di Germania, appoggiato da tutte le organizzazioni alewite esistenti in Germania. Il sig. Sahin ha detto: "Urleremo con la voce dei continenti, guarderemo con l'occhio delle donne, vivremo con il cuore delle donne del mondo, con il loro amore, con la loro felicità, con la loro sofferenza" e ha continuato "lo racconteremo tramite le donne, che sono dei simboli, a cominciare con la mitologia, passando per tutti i periodi in cui sono passate, tra evoluzioni e rivoluzioni, sofferenze e felicità. In Europa la donna durante la rivoluzione francese; in Asia le donne d'Egitto, a nome delle donne kurde si parlerà di Leyla Zana." Yasar Seyman che ha scritto il testo della canzone ci ha detto "Ogni donna, come in un fiume, scorrerà dall'una all'altra. Nell'arte, nella scienza, nella politica, nella società, nei periodi storici, sul mappamondo diventeranno Reno, Tigri, Mississippi, Eufrate, Danubio, Sakarya, Nilo, Munzur; Rio Negro, Seyhan, Saluen, Po, Vistola, Meriç, Itagua, Gange, Rio dell'Amazzoni e scorreranno. Le donne di questa canzone rappresenteranno la donna che rinasce. Il concerto, della durata di 4 ore, sarà presentato in turco e in tedesco. La Canzone di Donne verrà cantata in 20 lingue: il tedesco, il turco, il kurdo, l'armano, l'arabo, il greco, il francese, l'inglese, lo spagnolo, l'indi, il bulgaro, il giapponese. Tra gli onorevoli ospiti ci saranno: Sirin Ebadi, Giurista Iraniana e Premio Nobel per il Pace nel 2003, la famosa cantante Tina Turner, Joan Baze, Hillary Clinton moglie dell'ex presidente USA, Benazir Butto, ex presidente del Pakistan, Emine Lawal Nigeriana condannata alla lapidazione, Dora Bakoyannis, sindaco di Atene, le cantanti turche Selda Bagcan, Sezen Aksu, Sertap Erener, Belkis Akkale, Fadime Göktepe madre di giornalista Metin Göktepe, assassinato, l'atleta Süreyya Ayhan, seconda ai campionati del mondo di atletica, e tanti altri nomi conosciuti per la loro lotta per i diritti umani.
5. Giorgio Barbarici, immunologo all'Ospedale S. Matteo di Pavia Lucia Giusti, SPI - CGIL Alessandria Così vivono le famiglie kurde cacciate dai lori villaggi e dalla loro terra nella bidonville d'Istanbul: il resoconto di un immunologo dell'ospedale S. Matteo di Pavia.Chi volesse sottoscrivere per questo campo si metta in contatto con me che fornisco tutti gli estremi dell'associazione "Verso il Kurdistan" Proficua "incursione" ad Istanbul Nelle giornate di domenica 18 gennaio e lunedì 19 una ristretta delegazione dell'Associazione Verso il Kurdistan, composta dal sottoscritto e dalla preziosa Lucia Giusti, ha presenziato, ad Istanbul, a due importantissimi appuntamenti : il processo a Sefika Gurbuz, direttrice dell'Associazione Goc-Der, e il sopralluogo operativo presso il campo profughi di Ayazma per delineare concretamente gli interventi igienico -sanitari da compiere in tempi brevi. L'intera giornata di domenica 18 è stata assorbita da questo secondo impegno; già in prima mattinata ci siamo recati al campo di Ayazma assieme a due rappresentanti francesi dei Medici del Mondo, a dirigenti di TOHAV, un'associazione di avvocati e medici che assiste i reduci da periodi di carcere duro durante i quali sono stati sottoposti a torture, alla presenza del giovane medico locale che, all'interno dell'associazione TOHAV ha il compito di sovrintendere ai bisogni sanitari dei profughi kurdi presenti nel campo. E' balzata subito all'occhio l'evidenza della mancanza dei requisiti minimi d'igienicità d'Ayazma, dove non vi è collegamento delle misere casette con alcuna struttura fognaria né con le tubature d'alcun acquedotto, con la conseguente impossibilità d'approvvigionamento d'acqua potabile e di smaltimento dei liquami. Si può quindi facilmente immaginare l'incidenza d'episodi di malattie infettive nel campo profughi, a carico soprattutto dei bimbi, non protetti altresì (e questo è un rilevamento che condanna senza alcuna scusante l'atteggiamento delle Autorità Turche) da quelle vaccinazioni ormai obbligatorie in età infantile in almeno l'80% dei Paesi del Mondo. Viene infatti somministrato, da parte del Servizio Sanitario Turco, solo il vaccino antipoliomielitico, ed ignorate le pratiche vaccinali contro tetano,difterite, epatite, tifo, e le altre malattie infettive di frequente riscontro in quell'area geografica. Confesso che la conoscenza diretta di questa terribile realtà mi ha provocato un senso di profonda angoscia, dandomi macabra spiegazione delle numerosissime tombe di bimbi all'interno del campo. Nel corso del sopralluogo abbiamo individuato un fabbricato di costruzione abbastanza recente che potrà essere adibito all'uso di ambulatorio/consultorio medico dove poter prestare i primi soccorsi, effettuare la vaccinazione, seguire le gravidanze, insegnare l'uso di quei presidi (es. cloro) in grado di garantire la disinfezione delle acque, monitorare i problemi sanitari di una popolazione oggi sicuramente non tutelata sul versante igienico -sanitario, in palese contrasto con quanto previsto dalle norme varate dal Consiglio dell'UE, istituzione nella quale la Turchia anela l'entrata in tempi brevi. In una riunione effettuata con i Medici del Mondo e gli esponenti di TOHAV al termine del sopralluogo è stata raggiunta l'intesa di un intervento operativo coordinato che vedrà l'impegno dei colleghi francesi alla ristrutturazione del fabbricato all'interno del campo di Ayazma per l'apertura in tempi brevi (entro la fine del prossimo giugno) dell'ambulatorio medico dove iniziare a somministrare ai bimbi i vaccini che la nostra Associazione provvederà a fornire utilizzando i proventi della Campagna delle arance.Si inizia così a concretare operativamente un intervento non differibile, che dovrà nel tempo arricchirsi di ulteriori impegni volti a garantire ai profughi kurdi le condizioni igieniche minimali compatibili con la vita.Lunedì 19 abbiamo presenziato al processo istituito contro Sefika Gurbuz ed il sociologo Mehmet Barut, dell'Università di Mersin, rei di aver pubblicato i risultati di una ricerca, finanziata dall'Amministrazione Provinciale d'Alessandria, sulle condizioni psico-sociali dei Curdi presenti in campi profughi. All'interno della superblindata struttura di un Tribunale Speciale (orrendo pensare a una realtà di questo tipo in un Paese quasi UE !!) siamo stati testimoni accanto all'Europarlamentare di Rifondazione Comunista Vinci, a Loris Campetti, giornalista de "Il Manifesto", ai rappresentanti di Medici del Mondo e a una giornalista dell'Associazione Francese per i diritti dell'uomo, di un dibattito-farsa dove il rappresentante della Pubblica Accusa sedeva fra i giudici e con loro si ritirava a formulare la sentenza.Poiché il capo di imputazione originario era stato de rubricato per sopraggiunta leggina imposta dall'UE, a tutela del diritto di libera espressione, al termine del brevissimo dibattito, se da un lato la Corte procedeva all'assoluzione del sociologo di Mersin, dall'altro condannava Sefika Gurbuz a otto mesi di carcere, convertiti in una cospicua pena pecuniaria, per aver affermato in aula la convinzione di aver subito il processo in quanto dirigente di un'Organizzazione kurda di assistenza alla popolazione kurda presente in Campi Profughi. Credo che una sentenza di questo genere, maturata dopo un processo condotto senza il rispetto delle norme più elementari di diritto deponga per un non ancora avvenuto adeguamento della Turchia ai principi basilari del concetto di democrazia Europea; analogo rilievo era del resto già stato espresso da Prodi nel corso di una missione di poco precedente il processo.