FORUM SOCIALE ANTIMAFIA *Peppino Impastato* BOZZA CONCLUSIVA SUI LAVORI DEI FORUM
I forum tematici organizzati a Cinisi e a Terrasini nei giorni 10 e 11 maggio hanno evidenziato alcuni punti fermi di riferimento ai quali è legato il futuro del Forum Sociale Antimafia e che dovrebbero costituire una base d'analisi per successivi interventi: 1) La tematica *mafia*, nelle sue varie articolazioni (traffici di droga, commercio d'armi, controllo delle attività economiche, economia illegale e lavoro nero, traffico di organi, ecomafie ecc.), va considerata come settore fondamentale della globalizzazione neoliberista e dei suoi crimini. Il sistema mondiale di controllo del capitalismo, in tutti i suoi settori di arricchimento e di imposizione dei propri metodi di produzione alle economie sottosviluppate, si configura come *sistema mafioso e mafiogeno*, più o meno mascherato da parvenze di legalità in realtà identificabili nella legge del più forte. Nello specifico il Forum considerando l'attuale mercato nero dei traffici di droga come la principale fonte di accumulazione dell'economia mafiosa, ritiene necessaria la promozione di politiche di legalizzazione/liberalizzazione delle droghe leggere e di distribuzione controllata dell'eroina e respinge le attuali tendenze governative di voler fare *di tutta l'erba un fascio*; 2) Il problema dell'informazione e della comunicazione è anch'esso legato a un generale sistema di controllo dei mezzi di trasmissione delle notizie, con il fine scientifico della manipolazione delle coscienze, alla ricerca di un consenso che possa legittimare i loschi affari e i crimini di chi amministra le politiche nazionali e mondiali. In tal senso, con riferimento al lavoro politico di Peppino, occorre identificare e costruire strumenti alternativi di circolazione delle idee e delle notizie finalizzate al diritto all'autonomia del pensiero individuale. In tal senso *Indymedia*, malgrado i tentativi in corso di instaurare forme di controllo, costituisce uno strumento di libera circolazione cui fare riferimento. E' necessario costruire una serie di reti locali di *controinformazione* che si occupi di tracciare capillarmente il quadro delle speculazioni mafiose e faccia riferimento a un centro di raccolta e di diffusione dei dati: in tal senso è auspicabile anche la creazione di un *giornale di controinformazione*; 3) gestione del territorio ed ecomafie: è necessaria una riappropriazione dal basso delle zone sotto il controllo mafioso. Gli organi istituzionali, le organizzazioni sociali locali, le associazioni antimafia, se vogliono mostrare di voler fare antimafia sul serio, devono richiedere l'utilizzazione delle immense risorse confiscate alla mafia, sinora rimaste in gran parte inutilizzate, sulla base di precisi progetti che creino lavoro ed economia alternativa. Necessario individuare anche processi di riconversione ecologica, parallelamente al controllo della gestione delle discariche, alla lotta all'abusivismo e alla denuncia di tutte le forme di devastazione del territorio, come già datto da Peppino Impastato. Il problema dei senza casa va affrontato con specifiche politiche e proposte di restauro e riuso dell'edilizia abbandonata, non utilizzata o espropriata ai mafiosi, non esclusa l'occupazione di tali edifici, anziché con criminali realizzazioni di selvagge cementificazioni e lottizzazioni; 4) scuola: le attuali proposte di riforma del sistema scolastico sono chiaramente indirizzate ad affidare enormi somme di denaro pubblico nelle mani dei gestori delle scuole private, onde consentire loro il controllo sui contenuti trasmessi dagli insegnanti e disporre, eventualmente, il licenziamento nel caso di divergenze ideologiche o rifiuto di assimilazione conformistica culturale. Si prospetta, anzi è già in avanzato stato di realizzazione, una scuola che ritorna a sistemi di divisione classista, con la ghettizzazione degli studi di tipo professionale e che offre ai *figli di papà* la possibilità di conseguire risultati brillanti e abissali ignoranze, dietro esborso di denaro: penserà poi il sistema a preparare, con mirati corsi di addestramento a pagamento i quadri utili alla sua riproduzione. E' scontato che, nel cosiddetto *sistema paritario* scomparirà, dalla scuola privata, qualsiasi momento di educazione antimafia, sinora garantito dalla scuola laica e di stato. 5) a partire dalle esperienze storiche dei movimenti di lotta delle donne contro la mafia, ivi inclusa quella del *Collettivo Femminista* di Cinisi, e soprattutto dall'esempio di Felicia Impastato, il ruolo delle donne si configura come momento di radicale rifiuto dei tradizionali sistemi mafiosi di controllo e di espropriazione dell'identità femminile, del suo corpo, del suo ruolo. Pertanto le donne costituiscono un soggetto sociale fortemente rivoluzionario nella costituzione di una società paritaria libera da qualsiasi forma di sfruttamento. 6) legalità e lavoro: con riferimento alle iniziative di lotta di Peppino, (organizzazione degli edili, lotta per i disoccupati ecc.) si considera che l'attuale momento di scontro tra governo, padronato e lavoratori si configura, molto più che in passato, come momento di ristrutturazione organica e scientifica del capitalismo e di prevaricazione dei soggetti produttivi sfruttati più deboli. Il ripristino della legalità passa attraverso la denuncia delle forme diffuse di lavoro nero, spesso camuffate da precarizzazione e flessibilità, e attraverso la difesa, senza sconti, dell'art. 18 e l'estensione della sua applicazione a tutti i lavoratori. La lotta alla disoccupazione va organizzata con la promozione di forme di lavoro autonomo, protette dalle estorsioni e rese sicure rispetto a ogni forma malavitosa di sfruttamento. L'introduzione del salario sociale per i disoccupati è una proposta nella quale il Forum si riconosce, considerandola come momento necessario di sopravvivenza rispetto alle sopraffazioni del padronato e della mafia. Particolarmente scottante la tematica degli immigrati e dei clandestini, che devono essere considerati uomini uguali agli altri, con uguale diritto alla vita e al lavoro: in tal senso si esprime rifiuto e disgusto rispetto alle tendenze xenofobe e razziste, dell'attuale linea governativa. 7) Il rifiuto delle guerre non può non far considerare con ammirazione e condivisione la disperata lotta del popolo palestinese e condannare come demenziali e provocatorie le accuse di antisemitismo rivolte a chi sostiene questa posizione: in ciò il Forum condivide quanto detto a Cinisi dalla madre di Carlo Giuliani, nei confronti della quale esprime solidarietà per la grande dignità di donna e di madre dimostrata, e per la sua ostinata ricerca della verità sulla morte di suo figlio. Non si può fare a meno di condannare con disgusto l'uso strumentale e fuorviante dei mezzi d'informazione sulle manifestazioni di Napoli e di Genova e l'attuale infame linea di criminalizzazione del dissenso portata avanti nei confronti del movimento no-global , oltre che del movimento di lotta dei lavoratori.
(testo preso da indymedia)