Fermiamo i trasporti della morte Le organizzazioni e i movimenti che hanno
promosso il Forum Sociale Europeo Per ostacolare i convogli in modo diffuso
e pacifico. Appello delle organizzazioni e dei movimenti che hanno promosso
il Forum sociale europeo Come è già spontaneamente già successo negli
ultimi giorni, continuiamo a bloccare, rallentare e intralciare i convogli
della guerra che illegalmente viaggiano nel nostro paese.
Facciamo appello affinché in tutta Italia, in modo diffuso, pacifico, con
la disobbedienza civile e la nonviolenza, valorizzando e rispettando le
tante e differenti pratiche del movimento, proseguano e si allarghino le
iniziative lungo le linee ferroviarie interessate dai treni di guerra.
Facciamo appello perché in tutte le città d'Italia si realizzino iniziative
individuali, collettive, di gruppo e di massa a sostegno della campagna
contro i treni di guerra.
Sosteniamo e rilanciamo tutte le iniziative tese a impedire la guerra: la
campagna delle bandiere, le iniziative nelle scuole, nei luoghi di lavoro,
nelle comunità, nei luoghi di guerra (ambasciate, consolati, basi militari
ecc.), la pressione sui parlamentari e sulle istituzioni locali, la
campagna di boicottaggio delle compagnie petrolifere, l'obiezione fiscale.
Facciamo appello a tutti e tutte affinché mercoledì 26 sia una giornata
nazionale e straordinaria di mobilitazione: alle stazioni, lungo la linea
ferroviaria, ai passaggi a livello, sui binari e lungo i binari cercheremo
di bloccare, ritardare e ostacolare i treni di guerra.
Lo faremo come in questi giorni, senza mettere a repentaglio la sicurezza
nostra e degli altri, senza creare disagi alla cittadinanza, senza cedere a
nessuna provocazione, cercando di favorire la massima partecipazione e il
massimo consenso.
Facciamo appello affinché si esprima ovunque la solidarietà e il sostegno
ai lavoratori dei trasporti che hanno già dichiarato e dimostrato la loro
indisponibilità ad essere utilizzati per il trasporto sulle ferrovie e nei
porti.
Chiediamo al Parlamento e ai parlamentari, alle forze politiche e sociali
di fare il massimo della pressione politica sul Governo perché receda dalla
decisione di militarizzare stazioni e ferrovie e sulle forze dell'ordine
perché non usino violenza contro persone che a mani nude testimoniano il
rispetto dell'art. 11 della Costituzione.
Ci impegniamo a proseguire e rafforzare nello spirito di condivisione e di
solidarietà, l'esperienza unitaria del Comitato Fermiamo La Guerra, che già
domani riunisce il gruppo di lavoro sulle iniziative di lotta sindacale,
nei luoghi di lavoro e sugli scioperi, che riteniamo un tavolo essenziale.
Saremo il 1 marzo a Londra al Coordinamento Europeo e Mondiale contro la
guerra, che lancerà le prossime scadenze internazionali, a Ginevra per il
Forum Sociale Europeo e per le manifestazioni contro il G8 a Evian.
Diamo appuntamento ai movimenti del Forum Sociale Europeo, a tutti coloro
che si oppongono alla guerra sociale, economica e militare, al neoliberismo
e al razzismo per incontrarsi a Livorno in una Assemblea Nazionale l'1 e il
2 marzo, per definire l'agenda di lavoro dei prossimi mesi e per rilanciare
il nostro patto comune.
Sosteniamo l'8 marzo contro la guerra promosso dalle organizzazioni e reti
delle donne e invitiamo tutte e tutti a estendere le iniziative.
Continuiamo a preparare la manifestazione di Camp Darby prevista per l'8
marzo.