(filosofie spicciole - Tagli&Ritagli dal web)
Per indicare una persona stupida talvolta si dice che, se qualcuno gli indica la luna, lui si limita a fissare il dito.
Il che, suppongo, debba significare che chi osserva il dito invece della luna è qualcuno che è incapace di vedere le cose davvero importanti.
Eppure, a pensarci bene, un dito è qualcosa di assolutamente stupefacente: è una macchina incredibile piena di carne e sangue che scorre, di cellule che si moltiplicano e respirano incessantemente.
Un dito si muove, si gira, si torce, cresce, si modifica, ripara da solo i danni di tagli e urti. Può provare e far provare piacere e dolore.
Nessun essere umano sarebbe mai in grado di comprendere fino in fondo tutto quello che riesce a rendere un dito un oggetto così straordinario e multiforme.
La luna, in confronto, non è altro che una ridicola palla di roccia sospesa nel cielo: una cosa triste, fredda e morta. Sassi, roccia, polvere e nient'altro. Uno spettacolo di morte e desolazione.
Che però brilla alta nel cielo da miliardi di anni e illumina le notti di miliardi di esseri viventi.
Cosa voglio dire con tutto questo?
Voglio dire che spesso non è facile percepire quale sia in realtà la "vera" essenza delle cose.
Quante volte ci siamo resi conto che la continua frequentazione di alcuni schemi mentali ha fatto sì che noi non riuscissimo più a percepire la realtà se non attraverso questi "filtri"?
Ma, alla fine, il filtro aiuta a vedere meglio la realtà o diviene solo un'ingiustificata semplificazione?
Faccio un altro esempio per chiarire il concetto: una casa.
Un agente immobiliare vede una casa attraverso i "suoi" filtri che lo aiutano a scremare i dettagli insignificanti da quello che per lui è davvero importante. Deve valutare la metratura, la zona in cui è costruita, l'età dello stabile, la qualità delle finiture.
Sostanzialmente deve riuscire a dare un prezzo, e nient'altro.
Un ingegnere edile invece vedrà probabilmente tutt'altro. Si disinteresserà completamente della zona e delle finiture, e concentrerà tutta la sua attenzione sulla ripartizione dei carichi sulla struttura.
Vedrà colonne inutili, muri sovradimensionati, pavimenti da alleggerire e tramezze da abbattere.
Per lui la casa sarà sostanzialmente un campo di battaglia tra forze e resistenze, tra carichi e spinte, momenti e torsioni.
Una sorta di spazio virtuale riempito di linee e di vettori.
Oppure una sorta di entità vivente di cui sentire la sofferenza quando gli equilibri delle forze non sono rispettati, e quando una colonna è costretta a sopportare con dolore uno sforzo per lei eccessivo.
Poi, ovviamente, c'è chi in quella casa abita da una vita e che "vede" la camera da letto dove per cento e cento volte ha fatto l'amore con la moglie, il salotto buono in cui i figli giocavano con le macchinine rigando il pavimento, la doccia in cui ogni mattina si lavava prima di andare al lavoro, la cucina in cui ci sono stati mille litigi e mille riconciliazioni.
La sua casa è una casa fatta di sensazioni e ricordi, una casa piena di emozioni, suoni, perfino odori.
Secondo voi, chi di questi tre ha una visione "distorta" o "limitata" della casa? Chi dei tre riesce a percepirne la vera "essenza"?
Volendo si possono fare infiniti esempi dello stesso genere.
Qual è la cosa veramente importante di un'automobile? Il motore? Il telaio? La linea? Gli interni? La storia di chi l'ha progettata e costruita?
Non credo che qualcuno direbbe "il colore", eppure è la prima cosa che percepiamo di un'automobile.
Anche una persona assolutamente digiuna di qualunque nozione automobilistica riesce a distinguere una macchina bianca da una rossa, anche se sono della stessa marca e dello stesso modello.
Il vero volto di una persona è la sua pelle oppure sono le ossa e i muscoli che le danno la forma, e di cui la pelle è solo un precario e mutevole camuffamento?
Per la fisica non ha nessuna importanza se il peso che avete gettato dalla torre fosse giallo o rosso, né se fosse di piombo o di legno, né se fosse un criceto o quel rompicazzo di Armin: tutti cadranno inesorabilmente verso il basso fino a schiantarsi al suolo.
Probabilmente, invece, Armin potrebbe obiettare che il soggetto della caduta abbia dopotutto una certa importanza.
Questo significa forse che la meccanica non è una scienza abbastanza esatta?
Oppure Armin, mentre vola dal quinto piano verso il suolo, si perde in dettagli poco significativi rispetto alla legge di gravitazione universale?
Per concludere (e prima che iniziate seriamente a pensare di sostituire Armin con il sottoscritto per i vostri gustosi esperimenti di caduta dei gravi) volevo dirvi solo una cosa: pensateci bene prima di dire a qualcuno che non sta facendo caso a ciò che è veramente importante.
Nessuno può essere certo di quale sia il dito e quale la luna.
E spesso nessuno sa quale dei due valga davvero la pena di stare a guardare.
Ho volutamente ignorato il caso in cui si mostri ad una persona la luna dicendo "guarda la Luna!" e lui inizi a fissare il dito pensando che sia la Luna, perché è un tema che lascio volentieri al mio collega Siddharta Gautama.
....Quindi, non prendiamocela con Armin quando ci indica la luna o quando il suo dito si erge ad occupare uno spazio.
Pensiamo..intensamente..dentro di noi e cerchiamo di comprendere.
Lo sforzo ci permetterà di capire e, di seguito, di acclamarlo, di combatterlo o, forse e meglio, di discuterlo.
Cerchiamo, però, di non confondere l'ironia con EXA, lo sci con il calcio, il marcos della padana con il SUB_comandante Marcos, le internet-novelas con la storia, ricordando che il 28.05.03 non è solo una giornata di finale di coppa.
Riverenze.
E la faccio davvero la riverenza!
Faccio anche la giravolta!
E la faccio un'altra volta!
Baci immensi a tutti.
Mario Rossi.
P.S.
Comunque, visto che la Juve ha dedicato lo scudetto al suo presidente defunto, speriamo che l'anno prossimo vinca il Milan!