-----Messaggio originale----- Da: Walter, Federica walter.federica@tiscalinet.it A: radio onda d'urto urtobs@ecn.org Data: mercoledì 3 dicembre 2003 11.37 Oggetto: SCIOPERO ED UTENZA
Quando sento le pelose dichiarazioni di chi, di fronte agli scioperi del settore pubblico, si appella alla tutela dell'utente mi sento tirato in giro e mi sento schifato da tanta ipocrisia e malafede.
Mi chiedo, perchè quando c'è uno sciopero i lavoratori devono garantire il servizio all'utenza, quando per dodici mesi all'anno le istituzioni pubbliche ( regione, comuni ,asl,) ci negano questo servizio?.
Io utente, con figlio disabile devo aspettare due anni per avere il servizio pubblico di logopedia perchè l'asl e la regione taglia i fondi, ma questo i predoni del momento, non lo chiamano disservizio ma razzionalizzazione delle risorse.
Se un lavoratore chiede il miglioramento economico e le tutele sindacali con uno sciopero "furi posto" quella persona è dichiarata SELVAGGIA E QUINDI LO SCIOPERO E' SELVAGGIO, se le istituzioni fanno mancare per questioni di cassa, i servizzi essenziali alla persona quelle istituzioni si autoproclamano responsabili razzionalizzatori.
Ecco che allora io mi incazzo anche con i sindacati, con gli stessi utenti, con i partiti, che non sanno rispondere a questi filibustieri che i Barbari sono loro perchè attentano alla salute ed alla qualità della vita di un popolo.
Ciao Walter
Sono d'accordo con Walter. Penso anche che se ci fossero dei sindacati seri in questo paese, di fronte alle dichiarazioni di ieri di Albertini, Formigoni, Sacconi e oggi di Maroni sulla questione dello sciopero "selvaggio" (???) dei tranvieri di Milano, avrebbero proclamato uno sciopero generale senza rispettare il preavviso di legge, anche solo di un paio di ore (con esclusione delle sole emergenze sanitarie) tra due giorni al massimo, organizzando il tam tam in tutti i luoghi di lavoro attraverso i delegati.
Sono convinta che se il messaggio fosse: i lavoratori del trasporto pubblico locale hanno messo a nudo un problema che ci riguarda tutt*: gli stipendi da fame e le conseguenze delle privatizzazioni, le condizioni di lavoro e la precarietà per il futuro, le infinite limitazioni al diritto di sciopero che lo rendono ormai un rituale inefficace ecc.. moltissimi si riconoscerebbero. Ma questa sarebbe una implicita ammissione del fallimento della politica sindacale che hanno portato avanti fino ad ora e ciò non può darsi se non nel modo in cui è successo a Milano ovvero se non saranno i lavoratori stessi a farlo. Dobbiamo "rasssegnarci all'evidenza" ma per meglio dire è anche giusto che sia così se il mondo possibile di cui parliamo presuppone la partecipazione diretta dei vari attori sociali. O ci si dà una mossa o altri decidono per noi. E infatti... Cosa riescono a fare invece i nostri Epifani (di ritorno dal Forum di Parigi pensate un po')? Condannano i lavoratori (una condanna corale, bipartisan come usa dire adesso da CGIL-CISL-UIL a tutto l'arco costituzionale eccezion fatta per Rifondazione) e continuano il loro tran tran preparando la "grande manifestazione unitaria" in cui annunciano già che ci saranno un milione di "presenze" a Roma. Ma su che? Contro la finanziaria e la politica economica del governo e l'attacco alle pensioni che vuole penalizzare i giovani e bla bla bla! Bene, benissimo!. Sul "contro" potremmo anche esserci se non venisse in mente la controriforma Dini (la famosa divisione tra chi aveva o non aveva i 18 anni per il calcolo pensionistico non era una divisione tra vecchi e giovani? ) ma andiamo avanti perché qui viene il bello!. Per che cosa si fa quella manifestazione? Insomma quali sono le proposte a positivo che propongono CGIL-CISL e UIL? Silenzio! Questo ce lo diranno dopo il 6 dicembre, forse ci faranno la sorpresa come S. Lucia! "A una gloriosa sconfitta preferisco una modesta vittoria" dichiara già Pezzotta. A buon intenditor poche parole. Insomma fanno una manifestazione per dire ci siamo ma siccome non sono d'accordo su quanto "cedere" alla controparte (la solita storia: la CGIL un po' meno la CISL un po' di più, la Uil boh ogni tanto mi chiedo se esiste davvero) solo dopo la manifestazione formuleranno le "loro" proposte. E le lavoratrici ed i lavoratori? Mi sembra che per lo più stiano a guardare. Oltre tutto se tanto mi dà tanto per fare "un milione" non serve molto in questo paese: basta portare a Roma in gita un po' di pensionati e le migliaia di funzionari sindacali di mestiere (in alcuni casi pagati per fare danno o per non fare un tubo mi pare: quelli di Milano che seguono i trasporti devono avere un bel fiuto se hanno saputo nelle loro sedi sindacali che gli autobus non erano usciti dai depositi!!) moltiplicare per X come si fa da un po' di tempo e il gioco è fatto. L'apparenza è quella che conta! Non so se è una mia impressiona ma questa manifestazione la stanno preparando con i mass-media più che con i lavoratori, nei luoghi di lavoro. Io non ho ancora visto un volantino! Non che mi interessi andarci visti i presupposti, lo dico solo per la cronaca. Non sento e non vedo un coinvolgimento vero in quella che viene presentato come l'evento in cui finalmente "scendono in campo i lavoratori"! Manca l'anima!! Tutta questa sbrodolata per dire che? Che ogni tanto forse dobbiamo sforzarci di uscire dal "tran tran" che anche noi spesso riproponiamo dando per scontato che alcune cose vadano inesorabilmente in un determinato modo e assistendo impotenti alla riproposizione "farsesca" di una storia che non è più la nostra! Semplicemente voglio dire che, senza inventarci grandi cose, a partire dai nostri luoghi di lavoro, di studio, di socialità c'è spazio per inserirci in alcune contraddizioni e alcune riflessioni che alcuni episodi hanno suscitato: da Scanzano Ionico alla vicenda dei tranvieri per fermarci a quelli più recenti. Emerge un dato importante: la materialità di alcune contraddizioni che "mordono" nel vissuto quotidiano possono suscitare risposte "corali" autentiche. Naturalmente non è facile trovare la giusta combinazione tra obiettivi, iniziative, forme di lotta, percorsi democratici e partecipativi, continuità della mobilitazione nel tempo se necessario, ecc. Alcuni fatti tuttavia ci parlano di "evoluzioni" che i protagonisti stessi non immaginavano possibili fino al giorno prima: all'improvviso, un mattino apparentemente come un altro, a Scanzano alcune donne anziane mettono la sedia in mezzo alla strada, le insegnanti portano i bambini fuori dalle scuole, i contadini e le contadine lasciano i campi, i commercianti chiudono i negozi ecc. insomma il paese e poi la regione si fermano e ...... Così è stato anche in quel piovoso mattino milanese in cui inaspettatamente solo 3 mezzi sono usciti dal deposito.... A Brescia non siamo riusciti a fermare nè l'inceneritore nè la metropolitana. Ma quest'ultima "vanta" solo la prima pietra.... potremmo essere ancora in tempo .... Ciao Margherita
----- Original Message ----- From: Walter, Federica To: BSF Sent: Wednesday, December 03, 2003 5:11 PM Subject: [Bsf] I: SCIOPERO ED UTENZA
-----Messaggio originale----- Da: Walter, Federica walter.federica@tiscalinet.it A: radio onda d'urto urtobs@ecn.org Data: mercoledì 3 dicembre 2003 11.37 Oggetto: SCIOPERO ED UTENZA
Quando sento le pelose dichiarazioni di chi, di fronte agli scioperi del settore pubblico, si appella alla tutela dell'utente mi sento tirato in giro e mi sento schifato da tanta ipocrisia e malafede.
Mi chiedo, perchè quando c'è uno sciopero i lavoratori devono garantire il servizio all'utenza, quando per dodici mesi all'anno le istituzioni pubbliche ( regione, comuni ,asl,) ci negano questo servizio?.
Io utente, con figlio disabile devo aspettare due anni per avere il servizio pubblico di logopedia perchè l'asl e la regione taglia i fondi, ma questo i predoni del momento, non lo chiamano disservizio ma razzionalizzazione delle risorse.
Se un lavoratore chiede il miglioramento economico e le tutele sindacali con uno sciopero "furi posto" quella persona è dichiarata SELVAGGIA E QUINDI LO SCIOPERO E' SELVAGGIO, se le istituzioni fanno mancare per questioni di cassa, i servizzi essenziali alla persona quelle istituzioni si autoproclamano responsabili razzionalizzatori.
Ecco che allora io mi incazzo anche con i sindacati, con gli stessi utenti, con i partiti, che non sanno rispondere a questi filibustieri che i Barbari sono loro perchè attentano alla salute ed alla qualità della vita di un popolo.
Ciao Walter
Ciao a tutti e tutte, condivido alla lettera le parole di Walter, non accettabili invece i toni e una parte delle argomentazioni di Margherita.
Alle 00:51, giovedì 4 dicembre 2003, margherita recaldini ha scritto:
Cosa riescono a fare invece i nostri Epifani (di ritorno dal Forum di Parigi pensate un po')? Condannano i lavoratori...
La CGIL ed Epifani hanno preso una grossa cantonata e commesso un grave errore nel valutare la vicenda di Milano ma Epifani non hai mai "condannato" i lavoratori bensì (lo ripeto: sbagliando grossolanamente) il metodo di lotta. Aggiungendo subito dopo che quei lavoratori e la loro situazione - disperata! - andava invece compresa. Non è - per niente! - la stessa cosa. Perchè distorcere il pensiero? Lo fanno già in troppi in questo paese. Non si può usare questo sistema per criticare chicchessia.
Non aggiungo commenti sui "nostri Epifani" parigini che nella migliore tradizione di doppiezza di tanta parte della sinistra avrebbero una facciata buona per ogni evento ma una sostanza inequivocabilmente disdicevole. Davvero così non è accettabile!
non sono d'accordo su quanto "cedere" alla controparte (la solita storia: la CGIL un po' meno la CISL un po' di più, la Uil boh ogni tanto mi chiedo se esiste davvero)
Scusa, una domanda. I Cobas quando fanno trattative sindacali sono disposti a "cedere" qualcosa o nulla? Ma la formulazione corretta è: sottoscrivono accordi, e quindi accettano anche delle mediazioni, oppure no? E, eventualmente, si trovassero nella prima eventualità come si comportano? C'è un particolare criterio predeterminato o decidono di volta in volta, magari sulla traccia delle scelte congressuali, facendo valutazioni politiche e sindacali e sentendo i lavoratori? La CGIL, che mi risulti, da iscritto venticinquennale, si muove sulla seconda traccia. Poi, certo, di errori ne fa. Come chiunque altro. Cobas compresi. Ma allora la critica non può essere: "quelli fanno accordi!" (ergo: cedono qualcosa). Mi risulta, fuor di retorica, che di accordi, ogni tanto, ne sottoscriviate anche voi. La critica, allora, si può sviluppare sul "contenuto" di quegli accordi, non quindi come la imposti tu. In questo modo non si va da nessuna parte. Polemica sterile.
Oltre tutto se tanto mi dà tanto per fare "un milione" non serve molto in questo paese: basta portare a Roma in gita un po' di pensionati e le migliaia di funzionari sindacali di mestiere...
Qui si passa alla stessa grossolana e incredibile argomentazione ("una gita a Roma") che proprio i nostri governanti hanno usato per snobbare e irridire alle grandi mobilitazioni di questi ultimi anni. Margherita, scusa, sono davvero senza parole.
Manca l'anima!
Non so se intendiamo la stesa cosa.. A mio parere la Cgil sta correndo un grosso rischio: quello di avere ripreso il percorso unitario senza avere davvero verificato le reali intenzioni e le proposte di Cisl e Uil, riprestando il fianco, su un tappeto rosso, ai ripensamenti dell'ultim'ora già visti col Patto per l'Italia ad esempio. In un quadro dove la federazione più importante, la Fiom, si trova ancora profondamente divisa da quei due sindacati. Credo che la tiepidezza con la quale molti compagni hanno affrontato la decisione della manifestazione unitaria sia di questa natura più che relativa ad un mancanza di anima.
Tutta questa sbrodolata per dire che? Che ogni tanto forse dobbiamo sforzarci di uscire dal "tran tran" che anche noi spesso riproponiamo dando per scontato che alcune cose vadano inesorabilmente in un determinato modo e assistendo impotenti alla riproposizione "farsesca" di una storia che non è più la nostra! Semplicemente voglio dire che, senza inventarci grandi cose, a partire dai nostri luoghi di lavoro, di studio, di socialità c'è spazio per inserirci in alcune contraddizioni e alcune riflessioni che alcuni episodi hanno suscitato: da Scanzano Ionico alla vicenda dei tranvieri per fermarci a quelli più recenti. Emerge un dato importante: la materialità di alcune contraddizioni che "mordono" nel vissuto quotidiano possono suscitare risposte "corali" autentiche. Naturalmente non è facile trovare la giusta combinazione tra obiettivi, iniziative, forme di lotta, percorsi democratici e partecipativi, continuità della mobilitazione nel tempo se necessario, ecc. Alcuni fatti tuttavia ci parlano di "evoluzioni" che i protagonisti stessi non immaginavano possibili fino al giorno prima: all'improvviso, un mattino apparentemente come un altro, a Scanzano alcune donne anziane mettono la sedia in mezzo alla strada, le insegnanti portano i bambini fuori dalle scuole, i contadini e le contadine lasciano i campi, i commercianti chiudono i negozi ecc. insomma il paese e poi la regione si fermano e ...... Così è stato anche in quel piovoso mattino milanese in cui inaspettatamente solo 3 mezzi sono usciti dal deposito.... A Brescia non siamo riusciti a fermare nè l'inceneritore nè la metropolitana. Ma quest'ultima "vanta" solo la prima pietra.... potremmo essere ancora in tempo .... Ciao Margherita
Su tutta la parte finale della tua mail sono d'accordo con te. La vicenda - davvero straordinaria - di Scanzano ci mostra e ci dimostra quante possibilità abbiamo nelle nostre mani (tenendo insieme, peraltro, una forte radicalità e l'assoluta nonviolenza nei metodi di lotta). Sindacati e partiti d'opposizione dovrebbero imparare molto da questa lezione. Ma anche il movimento dovrebbe avviare una riflessione su quest'esperienza. Non sottovalutando, certo, i rischi sempre in agguato in contesti come questi. La lotta per essere davvero vincente non può che essere generalizzata. Sarebbe una sconfitta per tutti, compresi gli abitanti di Scanzano, se le scorie dovessero finire in qualsiasi altro posto del nostro paese che non reagisse come il popolo lucano. Ma soprattutto sarebbe un autentico disastro se l'ipotesi nucleare dovesse, come molti si stanno augurando, riprendere legittimità in questo paese. E, come ben sai, detto questo siamo ancora sulla difensiva. Sai quanta strada ancora resta da percorrere per arrivare ad una diversa concezione dell'uso delle risorse e della indispensabilità di trovare - oggi, non domani - altri stili di vita e di consumo. Il lavoro quotidiano, a partire da ognuno di noi, dalle nostre case, dai nostri posti di lavoro, dai nostri territori è più indispensabile che mai. Tutto questo, per tornare all'argomento principale della mail, senza riparmiare critiche a nessuno, anche dure quando occorra. Tenendo presente, però, che se si vule costruire un percorso comune tra diverse soggettività, bisogna seguire dei percorsi condivisi e delle modalità rispettose delle differenze. Poi si può anche rompere, se si ritiene quel particolare soggetto indubbiamente inaffidabile o addirittura passato dalla parte dell'avversario. Ma ciò, lo ripeto, non può che avvenire sulla base di analisi politiche delle scelte e dei fatti prodotti.
Ciao Mimmo
----- Original Message ----- From: Walter, Federica To: BSF Sent: Wednesday, December 03, 2003 5:11 PM Subject: [Bsf] I: SCIOPERO ED UTENZA
-----Messaggio originale----- Da: Walter, Federica walter.federica@tiscalinet.it A: radio onda d'urto urtobs@ecn.org Data: mercoledì 3 dicembre 2003 11.37 Oggetto: SCIOPERO ED UTENZA
Quando sento le pelose dichiarazioni di chi, di fronte agli scioperi del settore pubblico, si appella alla tutela dell'utente mi sento tirato in giro e mi sento schifato da tanta ipocrisia e malafede.
Mi chiedo, perchè quando c'è uno sciopero i lavoratori devono garantire il servizio all'utenza, quando per dodici mesi all'anno le istituzioni pubbliche ( regione, comuni ,asl,) ci negano questo servizio?.
Io utente, con figlio disabile devo aspettare due anni per avere il servizio pubblico di logopedia perchè l'asl e la regione taglia i fondi, ma questo i predoni del momento, non lo chiamano disservizio ma razzionalizzazione delle risorse.
Se un lavoratore chiede il miglioramento economico e le tutele sindacali con uno sciopero "furi posto" quella persona è dichiarata SELVAGGIA E QUINDI LO SCIOPERO E' SELVAGGIO, se le istituzioni fanno mancare per questioni di cassa, i servizzi essenziali alla persona quelle istituzioni si autoproclamano responsabili razzionalizzatori.
Ecco che allora io mi incazzo anche con i sindacati, con gli stessi utenti, con i partiti, che non sanno rispondere a questi filibustieri che i Barbari sono loro perchè attentano alla salute ed alla qualità della vita di un popolo.
Ciao Walter
----- Original Message ----- From: "Mimmo Cortese" domecort@tin.it To: bsf@bresciasocialforum.org Sent: Wednesday, December 10, 2003 1:59 PM Subject: Re: [Bsf] I: SCIOPERO ED UTENZA
Caro Mimmo e cari/e tutti/e (l'ho fatta un po' lunga e quindi fate un po ' voi)
la tua precisazione su Epifani e la CGIL mi costringe ad argomentare meglio il mio pensiero che comunque rimane diverso dal tuo. E' vero che "apparentemente" la CGIL e Epifani condannano solo l'azione intrapresa dai tranvieri milanesi e non la motivazione che li ha indotti a "violare lacci e laccioli delle regole sull'esercizio del diritto di sciopero condivise da Epifani e dalla CGIL". Ci mancherebbe altro! Questo non osa farlo esplicitamente nessuno, neanche CISL e UIL ma, per la verità, nemmeno la Lega nord se può consolare qualcuno!
Riconosco una mia leggerezza nella stesura del messaggio: poiché lo stesso era rivolto alla generalità degli/delle iscritti/e alla lista, nell'intento di evitare un eccessivo appesantimento per quanti/e non masticano quotidianamente questioni sindacali, sono ricorsa ad un eccesso di semplificazione. La tua mail, a rischio di tediare i più, mi obbliga a tornare con maggiore rigore sulla vicenda e quindi ad andare alle fonti.
Per cominciare incollo qua sotto la mail della CGIL Lombardia sulla vicenda dei tranvieri milanesi, per chi non l'avesse vista, per dare a ciascuno/a la possibilità di trarne le proprie considerazioni.
LA CGIL LOMBARDIA SULLO SCIOPERO DEI TRASPORTI DI OGGI
Nonostante gli appelli che da più parti hanno sollecitato i lavoratori dell'Atm di Milano al rispetto delle regole di svolgimento dello sciopero dei trasporti di oggi, il servizio non è ripreso regolarmente alle 15, come indicato dalle Organizzazioni Sindacali.
Sembrano esservi spinte tra i lavoratori per proseguire ad oltranza lo sciopero.
La Cgil Lombardia è dalla parte dei lavoratori, ma considera del tutto sbagliata questa forma di lotta e se ne dissocia perché lede fondamentali diritti dei cittadini e rischia di minare il rapporto tra lavoratori dei trasporti in lotta per il loro contratto e l'insieme della popolazione.
Nei settori dei servizi pubblici il rispetto delle regole è decisivo per una reale efficacia delle azioni di lotta, fondata anche sulla ricerca del consenso e della solidarietà da parte degli altri lavoratori e dei cittadini : quello che sta accadendo a Milano crea invece le condizioni oggettive di isolamento di questi lavoratori. E l'isolamento non è mai una condizione di forza, bensì di pericolosa debolezza.
Oltre a tutto, tali modalità sbagliate di lotta forniscono pretesti ed offuscano le gravissime responsabilità del Governo e delle controparti per la mancata conclusione positiva della vertenza contrattuale.
Sesto San Giovanni 1 dicembre 2003
Questa caro Mimmo si può anche chiamare, come fai tu, condanna solo del metodo di lotta ma rimango dell'idea che dire che "il rispetto delle regole è decisivo per una reale efficacia delle azioni di lotta, ..." sia anche sostanza in questo contesto. Oltre che essere contraddetta dai fatti, questa affermazione rimanda ad un problema di fondo che ha a che vedere con i contenuti delle politiche sindacali. L'esasperazione non derivava solo dalla chiusura della controparte ma anche dalla "moderazione sindacale" se no non si spiegherebbero le quasi 500 tessere restituite alla sola CGIL dal famoso lunedì.
Sono gli stessi lavoratori dell'ATM, non degli assatanati estremisti, a mettere i piedi nel piatto e a rispondere nel merito dei contenuti da troppi anni sacrificati sull'altare del mercato e dei profitti anche dalla CGIL.
Anche qui riporto direttamente qualche stralcio dal loro comunicato (l' intera documentazione si può trovare sul sito del coordinamento nazionale RSU http://www.ecn.org/coord.rsu/#inserimenti ) :
E SUI GIORNALI OGGI FIOCCANO LE POLEMICHE E LE ACCUSE DI INCIVILTÀ
Chi è incivile ? Per i 120.000 lavoratori del settore, umiliati da un contratto applicato in tutte le parti che prevedevano un peggioramento delle loro condizioni tranne quelle che prevedevano un adeguamento del salario, l'inciviltà la vivono ogni giorno. È incivile lavorare con turni (e doppi-turni) massacranti. È incivile lavorare per 18 mesi come interinale e poi per altri 2 come contratti di formazione, per avere una formazione di un lavoro che già si sa fare. È incivile non avere una prospettiva certa del proprio futuro. È incivile il ricorso strutturale degli straordinari per far funzionare tutta la baracca. È incivile vivere con 800 euro al mese e pagarne 500-600 di affitto.
<..>
Ogni qual volta i lavoratori del trasporto pubblico scioperano, sindaci, capi di governo, giornalisti filogovernativi e burocrati di ogni risma, sono subito pronti a parlare di sindacati incoscienti, di minoranze che aderiscono agli scioperi per difendere dei privilegi, di violazione del diritto alla mobilità dei cittadini, calpestati da esigue "teste calde". È ipocrisia pura che chi ha diminuito le risorse al settore, chi ha portato avanti la privatizzazione selvaggia, chi ha peggiorato le condizioni del servizio e del lavoro, oggi si alza a difesa degli utenti del trasporto locale ! Con la scusa di garantire gli utenti, vogliono tenersi le mani libere per dequalificare il servizio del trasporto locale, ma non solo, anche le Ferrovie, il trasporto aereo e quello marittimo, l'energia, le telecomunicazioni, ecc. Ogni servizio e tutti i lavoratori sono danneggiati da queste strategie.
------------------------------------------------------------------------ --------------------------------------------
Probabilmente nella tua esperienza venticinquennale in CGIL ti saranno sfuggite le centinaia di lavoratori - tra i quali anche iscritti al Sincobas - che in passato ed anche recentemente hanno "violato" le regole antisciopero in varie categorie e sono stati denunciati e sanzionati pesantemente. Il loro era un atto anche politico: la difesa di un diritto democratico sancito dalla costituzione. Fin qui tutto "normale" , se si trasgrediscono le regole lo stato ti denuncia ecc. Ma la cosa "sorprendente" è che la CGIL in molti processi a carico di questi lavoratori si è costituita parte civile, cioè parte lesa, pagando fior di avvocati per farli condannare. Posso fornire alle/agli interessate/i la documentazione ( fatti, luoghi,sentenze, nomi degli avvocati e chi rappresentavano). E poi perché tanto accanimento da parte della CGIL, come ad es. nella scuola, fino a ricorrere davanti al giudice per impedire che i sindacati non firmatari di contratti nazionali potessero tenere assemblee in orario di lavoro durante la campagna elettorale (novembre 2003) per il rinnovo delle RSU ? Come dire: "ti concedo di presentarti alle elezioni ma non pensare di avere i miei stessi diritti". Questo cos'è: arbitrio? Sopraffazione? Violenza? Si potrebbe dire che"il lupo (in senso figurato) perde il pelo ma non il vizio".
Non voglio andare oltre su questo punto ma mi pare innegabile che la questione posta non riguardi semplicemente le forme di lotta ed è proprio su questo il punto che né Epifani, nè la CGIL ammettono una qualche responsabilità. E non è tanto questione come dici tu di capire l 'esasperazione, credo che un sindacato dovrebbe servire a ben altro o no? L'accompagnamento sindacale (anche della CGIL) verso le privatizzazioni non c'entra con le forme di lotta ma c'entra eccome con quanto accaduto a Milano e con quanto sta accadendo a Brescia per "partire da noi"!
Sulla questione delle mediazioni e delle sottoscrizioni di accordi francamente fatico a capire. Proprio tu mi chiedi questo quando rispetto ad altri/e hai alcuni elementi di valutazione in più per il semplice fatto che lavori al comune di Brescia e quindi dovresti aver conosciuto la nostra pratica sindacale? E quando dico la nostra pratica sindacale mi riferisco al SinCobas perché i Cobas non esistono: esistono lo SLAI Cobas, la Confederazione Cobas, l'Unicobas , i Cobas del latte..così come la CGIL, la CISL, l'UGL e tanti altri che non cito. Credo che tra tutti i soggetti indicati ci siano differenze più o meno profonde e personalmente quando le riconosco cerco di indicarle. Ti pregherei di fare altrettanto visto il rigore che giustamente richiedi ad altri.
E quindi rispondo per il sindacato a cui appartengo e per quello che faccio io insieme ad altri/e che ne fanno parte.
Quali contratti firmiamo? Siamo disposti a cedere su qualcosa o su niente ? I dettati congressuali quanto contano nella nostra azione sindacale quotidiana? Per come poni la domanda mi veniva da rispondere ironicamente dicendo: usiamo "il manuale delle giovani marmotte"! Ma siccome stiamo parlando di cose molto serie cerco di rispondere sinteticamente rinviando gli approfondimenti ad altra sede magari condivisa da quanti/e possono essere realmente interessati/e a farlo.
La CGIL si muove sulla traccia delle scelte congressuali dici tu.
Intanto mi viene da sorridere, e tu sai perché, se penso all'ultimo congresso della tua categoria sindacale e non farmi aggiungere altro. A chi volesse approfondire consiglio di rivolgersi direttamente a te così vanno direttamente alla fonte e conoscendo la tua coerenza ritengo non mancherai di spiegare teorie e pratiche di un congresso "reale".
Raccontato da me rischierebbe di sembrare un pettegolezzo e invece purtroppo così non è!
E poi aggiungi che la CGIL le scelte le fa"sentendo i lavoratori". Avrai forse voluto dire "i lavoratori iscritti alla CGIL". Perché, non dico quelli iscritti ad es. al Sincobas, ma i non iscritti ad alcun sindacato- che sono la maggioranza - da anni non hanno il piacere di esprimere un voto vincolante sui contratti nazionali. Una testa, un voto si diceva una volta..Al comune di Milano sono stati proprio quelli della sinistra CGIL ad impedire che i delegati del SinCobas presentassero una mozione "di critica " (non si puo?) al recente contratto degli enti locali.
Ma ora veniamo al Sincobas . Anche il Sincobas fa dei congressi, certo nulla a che vedere con l'imponenza di quelli della CGIL. L'ultimo risale al gennaio scorso. In estrema sintesi la proposta congressuale: verso un sindacalismo partecipativo e dei nuovi diritti Temi centrali affrontati: la precarietà del lavoro e della vita, la presenza dei migranti nel mondo del lavoro, l'intercategorialità come necessità politico-organizzativa, la partecipazione in un sindacato di tipo nuovo. Titoli che non posso ovviamente articolare ma su cui resto disponibile a discutere.
Solo 2 piccoli stralci dal documento finale che possono, forse, rispondere alle tue domande:
"Non vi è ancora coincidenza tra l'autorganizzazione dei lavoratori e l' organizzazione sindacale che la promuove, la progetta e la supporta. Il sindacato non è la sommatoria dei Comitati di base, ma lo strumento attraverso il quale i Comitati di base perseguono l'obiettivo strategico dell'autorganizzazione ponendo in campo gli strumenti politici e organizzativi funzionali al raggiungimento di detto obiettivo. In questo ciò che discrimina il segno di ogni scelta deve essere la pratica generalizzata della democrazia e della trasparenza all'interno di un quadro di regole condiviso e non il simulacro di un'autorganizzazione semplicemente proclamata da un quadro militante autoreferenziale;
<..>
In questo senso l'esperienza della democrazia partecipativa, assunta come metodo e non come modello, costituisce un'ipotesi di lavoro concreta e praticabile sia in termini di strutturazione interna dell' organizzazione e sia quale proposta e percorso di democrazia per l' intero movimento sindacale.
Questa ipotesi di metodo, nel momento in cui la fuoriuscita da destra dal quadro della concertazione si concretizza nella liquidazione dello stesso concetto di "consenso sociale" su cui si fondava la necessità dell'accordo con le organizzazioni "maggiormente rappresentative" e di quello stesso simulacro di democrazia sindacale che lo supportava, diviene l'elemento forte, alto, di una proposta politica da lanciare a 360 gradi sia ai lavoratori che come ipotesi di patto, ambito di consultazione, percorso di lavoro nei confronti del sindacalismo di base.
Un sindacato è partecipativo se, pur sostenendo il punto di vista dei lavoratori che in esso si organizzano, riconosce la titolarità vincolante non solo delle decisioni ma anche della definizione dei bisogni e delle priorità al complesso dei lavoratori facendosi carico del rispetto delle decisioni. Nella sostanza una forma partecipativa di attività sindacale non è di per sé uno strumento per creare consenso, ma di ricerca dei meccanismi che rispondano effettivamente alla necessità di rendere protagonisti i lavoratori nella determinazione delle scelte e nella gestione delle politiche sindacali, contrattuali e sociali."
E' alquanto ingeneroso per non dire peggio da parte tua dire che la nostra critica alla firma degli accordi fatti per esempio dai confederali prescinde dai contenuti. Semmai sei tu che per ragioni che saranno sicuramente nobili hai sostenuto contratti sottoscritti dal tuo sindacato che introducevano quella precarietà che adesso tutti "a parole" criticano. Basterebbe approfondire un po' la vertenza in corso al comune di Brescia e forse alcune risposte ti potrebbero venire anche da lì. Dovresti inoltre sapere cosa hanno firmato le nostre RSU e cosa non hanno firmato al Comune di Brescia. E quando le nostre RSU non hanno firmato, nonostante la maggioranza avesse approvato eventuali accordi da noi non condivisi, l'abbiamo fatto spiegando che in quel contesto "rappresentavamo" la minoranza dei lavoratori contrari e quanto alle firme necessarie non mancava certo chi faceva a gomitate per metterci la sua. Per di più come sigla sindacale in quanto tale in realtà non siamo nemmeno chiamati a metterla la firma perché, come ben sai, grazie alla concezione della democrazia sindacale sostenuta anche dalla CGIL, benché nelle elezioni RSU noi si sia presi più voti della UIL, questa viene invitata alle trattative e noi no!
Dopo di che, siccome nessuno di noi vive sulle nuvole, alcune domande per avere una risposta hanno anche bisogno di un contesto, non ti pare? Un conto se stiamo parlando di una vertenza per il contratto decentrato al Comune di Brescia, un altro se stiamo parlando dei licenziamenti alla FIAT. E ancora: un conto è se si parla di lavoratrici e lavoratori "maturi" con un forte senso di "classe" maturato negli anni, altro se parliamo di giovani precari/e della TIM. Il discorso si farebbe molto lungo e taglio.
Dopo di che, scusa la banalità, ma se vuoi sentirti dire che errori ne facciamo anche noi la risposta è: naturalmente sì!
Sulla manifestazione sindacale e sulla gita. Riconosco di avere esagerato per il modo in cui ho espresso un concetto che in realtà aveva una riflessione un poco più profonda a monte e che costringe tutti ad interrogarci sulla composizione di quella manifestazione.
Intanto quando parlavo di pensionati in gita e di funzionari pagati anche per andare a manifestare mi riferivo al fatto che già questi facevano un bello zoccolo che moltiplicato per X dava già un bel tot. Poi naturalmente tutti gli altri, quelli più motivati diciamo pure. A me tuttavia quella manifestazione ha dato la sensazione di qualcosa di "vecchio", di motivato più politicamente che socialmente (per quanto riguarda la CGIL almeno); altro discorso per quanto riguarda CISL (e non erano pochi) e UIL i cui iscritti finalmente potevano fare quello che da un po' di tempo non erano più "chiamati a fare" ovvero criticare una politica economica governativa che riduce salari e diritti (dico così per semplificare). Non sono D'Amato ma una cosa è certa: c'erano moltissimi pensionati non solo in gita (e mi guardo bene dal dire che questo è un male naturalmente) moltissimi lavoratori e lavoratrici di una certa età, non altrettanti giovani. Secondo quanto riferitomi da "romani" presenti alla manifestazione mancavano anche i settori più "radicali" della CGIL a partire dalla FIOM e questo mi sembra lo riconosca anche tu. Insomma, mi pare di poter dire che in qualche modo erano per lo più settori altri/diversi da quelli mobilitati in varie occasioni anche dal cosiddetto movimento dei movimenti.
Come dire un altro spaccato su cui non voglio ovviamente dire nulla di male perché le motivazioni di ciascuno dei presenti sono spesso indecifrabili ma se questo fosse qualcosa dovrà pur significare.
Ancora. Il fatto che ci sia tanta gente in piazza può essere buona cosa ma contano anche e direi soprattutto le motivazioni, la chiarezza dei contenuti, la determinazione ecc.
Quanto ai contenuti in positivo "unificanti" della manifestazione vorrei sapere da te quali fossero perché io non li ho trovati da nessuna parte. Insomma niente delega governativa sulle pensioni e va bene. Ma poi ? Cosa propongono CGIL-CISL e UIL sulla questione? Che poi parte della folla giubilasse di fronte alla riproposizione dell'accordo del luglio 93 (la famosa concertazione cui io attribuisco parte della disastrosa situazione cui è approdato il mondo del lavoro) mi ha francamente preoccupato e forse avrà preoccupato anche più di un lavoratore della FIOM perché se tanto mi dà tanto forse l'agnello sacrificale di questa ritrovata unità potrebbero essere proprio i meccanici o esagero? Nei prossimi giorni ne sapremo di più ma anche su questo, mi spiace sottolinearlo, non la vedo come te. Non è che la CGIL incautamente presti il fianco ai possibili ripensamenti di CISL e UIL. E' una questione di "linea sindacale". O mi vuoi far credere che il povero Epifani è un po' un babbeo ? Ognuno poi può coltivare le illusioni che crede! Siamo nel paese della Casa delle libertà no?
Ultimissima cosa che spero di non dover più ripetere a proposito delle "modalità rispettose delle differenze". Non confonderei differenze, anche profonde, di contenuti e di pratiche con il rispetto delle posizioni altrui.
Tu dici: "La critica, allora, si può sviluppare sul "contenuto" di quegli accordi, non quindi come la imposti tu. In questo modo non si va da nessuna parte. Polemica sterile."
Questa considerazione come la definiresti? Credo che, secondo il tuo criterio, dovrebbe essere "catalogata" come una considerazione poco rispettosa delle differenze. Nei contenuti proprio!
Io lo considero semplicemente un parere diverso dal mio forse perché è proprio sul "contenuto" che non siamo, per ora, d'accordo.
Ma siccome non ho la paranoia della ricerca spasmodica di "quel particolare soggetto indubbiamente inaffidabile o addirittura passato dalla parte dell'avversario" di cui parli, metto già in conto che domani potremmo avere una posizione comune su un qualcosa che non è né quello che oggi penso io ne quello che pensi tu. Avremo modo di tornarci sopra se lo vorrai.
Se per caso qualcuno/a oltre a Mimmo è arrivato/a fin qui mi scuso per la lunghezza e prometto che per un po' cercherò di stare zitta.
Ciao
Margherita
----- Original Message ----- From: "Mimmo Cortese" domecort@tin.it To: bsf@bresciasocialforum.org Sent: Wednesday, December 10, 2003 1:59 PM Subject: Re: [Bsf] I: SCIOPERO ED UTENZA
Ciao a tutti e tutte, condivido alla lettera le parole di Walter, non accettabili invece i
toni e
una parte delle argomentazioni di Margherita.
Alle 00:51, giovedì 4 dicembre 2003, margherita recaldini ha scritto:
Cosa riescono a fare invece i nostri Epifani (di ritorno dal Forum
di
Parigi pensate un po')? Condannano i lavoratori...
La CGIL ed Epifani hanno preso una grossa cantonata e commesso un
grave
errore nel valutare la vicenda di Milano ma Epifani non hai mai
"condannato"
i lavoratori bensì (lo ripeto: sbagliando grossolanamente) il metodo
di
lotta. Aggiungendo subito dopo che quei lavoratori e la loro
situazione -
disperata! - andava invece compresa. Non è - per niente! - la stessa
cosa.
Perchè distorcere il pensiero? Lo fanno già in troppi in questo paese.
Non si
può usare questo sistema per criticare chicchessia.
Non aggiungo commenti sui "nostri Epifani" parigini che nella migliore tradizione di doppiezza di tanta parte della sinistra avrebbero una
facciata
buona per ogni evento ma una sostanza inequivocabilmente disdicevole. Davvero così non è accettabile!
non sono d'accordo su quanto "cedere" alla controparte (la solita
storia:
la CGIL un po' meno la CISL un po' di più, la Uil boh ogni tanto mi
chiedo
se esiste davvero)
Scusa, una domanda. I Cobas quando fanno trattative sindacali sono
disposti a
"cedere" qualcosa o nulla? Ma la formulazione corretta è:
sottoscrivono
accordi, e quindi accettano anche delle mediazioni, oppure no? E, eventualmente, si trovassero nella prima eventualità come si
comportano? C'è
un particolare criterio predeterminato o decidono di volta in volta,
magari
sulla traccia delle scelte congressuali, facendo valutazioni politiche
e
sindacali e sentendo i lavoratori? La CGIL, che mi risulti, da
iscritto
venticinquennale, si muove sulla seconda traccia. Poi, certo, di
errori ne
fa. Come chiunque altro. Cobas compresi. Ma allora la critica non può essere: "quelli fanno accordi!" (ergo:
cedono
qualcosa). Mi risulta, fuor di retorica, che di accordi, ogni tanto,
ne
sottoscriviate anche voi. La critica, allora, si può sviluppare sul "contenuto" di quegli accordi, non quindi come la imposti tu. In
questo modo
non si va da nessuna parte. Polemica sterile.
Oltre tutto se tanto mi dà tanto per fare "un milione" non serve molto in questo paese: basta portare a Roma in gita un po' di pensionati e le migliaia di funzionari sindacali di mestiere...
Qui si passa alla stessa grossolana e incredibile argomentazione ("una
gita a
Roma") che proprio i nostri governanti hanno usato per snobbare e
irridire
alle grandi mobilitazioni di questi ultimi anni. Margherita, scusa,
sono
davvero senza parole.
Manca l'anima!
Non so se intendiamo la stesa cosa.. A mio parere la Cgil sta correndo
un
grosso rischio: quello di avere ripreso il percorso unitario senza
avere
davvero verificato le reali intenzioni e le proposte di Cisl e Uil, riprestando il fianco, su un tappeto rosso, ai ripensamenti
dell'ultim'ora
già visti col Patto per l'Italia ad esempio. In un quadro dove la
federazione
più importante, la Fiom, si trova ancora profondamente divisa da quei
due
sindacati. Credo che la tiepidezza con la quale molti compagni hanno affrontato la decisione della manifestazione unitaria sia di questa
natura
più che relativa ad un mancanza di anima.
Tutta questa sbrodolata per dire che? Che ogni tanto forse dobbiamo sforzarci di uscire dal "tran tran" che anche noi spesso riproponiamo dando per scontato che alcune cose vadano
inesorabilmente in
un determinato modo e assistendo impotenti alla riproposizione
"farsesca"
di una storia che non è più la nostra! Semplicemente voglio dire
che, senza
inventarci grandi cose, a partire dai nostri luoghi di lavoro, di
studio,
di socialità c'è spazio per inserirci in alcune contraddizioni e
alcune
riflessioni che alcuni episodi hanno suscitato: da Scanzano Ionico
alla
vicenda dei tranvieri per fermarci a quelli più recenti. Emerge un
dato
importante: la materialità di alcune contraddizioni che "mordono"
nel
vissuto quotidiano possono suscitare risposte "corali" autentiche. Naturalmente non è facile trovare la giusta combinazione tra
obiettivi,
iniziative, forme di lotta, percorsi democratici e partecipativi, continuità della mobilitazione nel tempo se necessario, ecc. Alcuni
fatti
tuttavia ci parlano di "evoluzioni" che i protagonisti stessi non immaginavano possibili fino al giorno prima: all'improvviso, un
mattino
apparentemente come un altro, a Scanzano alcune donne anziane
mettono la
sedia in mezzo alla strada, le insegnanti portano i bambini fuori
dalle
scuole, i contadini e le contadine lasciano i campi, i
commercianti
chiudono i negozi ecc. insomma il paese e poi la regione si fermano
e
...... Così è stato anche in quel piovoso mattino milanese in cui inaspettatamente solo 3 mezzi sono usciti dal deposito.... A Brescia
non
siamo riusciti a fermare nè l'inceneritore nè la metropolitana. Ma quest'ultima "vanta" solo la prima pietra.... potremmo essere ancora
in
tempo .... Ciao Margherita
Su tutta la parte finale della tua mail sono d'accordo con te. La
vicenda -
davvero straordinaria - di Scanzano ci mostra e ci dimostra quante possibilità abbiamo nelle nostre mani (tenendo insieme, peraltro, una
forte
radicalità e l'assoluta nonviolenza nei metodi di lotta). Sindacati e
partiti
d'opposizione dovrebbero imparare molto da questa lezione. Ma anche il movimento dovrebbe avviare una riflessione su quest'esperienza. Non sottovalutando, certo, i rischi sempre in agguato in contesti come
questi.
La lotta per essere davvero vincente non può che essere generalizzata.
Sarebbe
una sconfitta per tutti, compresi gli abitanti di Scanzano, se le
scorie
dovessero finire in qualsiasi altro posto del nostro paese che non
reagisse
come il popolo lucano. Ma soprattutto sarebbe un autentico disastro se l'ipotesi nucleare dovesse, come molti si stanno augurando, riprendere legittimità in questo paese. E, come ben sai, detto questo siamo
ancora sulla
difensiva. Sai quanta strada ancora resta da percorrere per arrivare
ad una
diversa concezione dell'uso delle risorse e della indispensabilità di
trovare
- oggi, non domani - altri stili di vita e di consumo. Il lavoro
quotidiano,
a partire da ognuno di noi, dalle nostre case, dai nostri posti di
lavoro,
dai nostri territori è più indispensabile che mai. Tutto questo, per tornare all'argomento principale della mail, senza riparmiare critiche a nessuno, anche dure quando occorra. Tenendo presente, però, che se si vule costruire un percorso comune
tra
diverse soggettività, bisogna seguire dei percorsi condivisi e delle
modalità
rispettose delle differenze. Poi si può anche rompere, se si ritiene
quel
particolare soggetto indubbiamente inaffidabile o addirittura passato
dalla
parte dell'avversario. Ma ciò, lo ripeto, non può che avvenire sulla
base di
analisi politiche delle scelte e dei fatti prodotti.
Ciao Mimmo
----- Original Message ----- From: Walter, Federica To: BSF Sent: Wednesday, December 03, 2003 5:11 PM Subject: [Bsf] I: SCIOPERO ED UTENZA
-----Messaggio originale----- Da: Walter, Federica walter.federica@tiscalinet.it A: radio onda d'urto urtobs@ecn.org Data: mercoledì 3 dicembre 2003 11.37 Oggetto: SCIOPERO ED UTENZA
Quando sento le pelose dichiarazioni di chi, di fronte agli
scioperi del
settore pubblico, si appella alla tutela dell'utente mi sento tirato
in
giro e mi sento schifato da tanta ipocrisia e malafede.
Mi chiedo, perchè quando c'è uno sciopero i lavoratori devono
garantire
il servizio all'utenza, quando per dodici mesi all'anno le
istituzioni
pubbliche ( regione, comuni ,asl,) ci negano questo servizio?.
Io utente, con figlio disabile devo aspettare due anni per avere
il
servizio pubblico di logopedia perchè l'asl e la regione taglia i
fondi, ma
questo i predoni del momento, non lo chiamano disservizio ma razzionalizzazione delle risorse.
Se un lavoratore chiede il miglioramento economico e le tutele
sindacali
con uno sciopero "furi posto" quella persona è dichiarata SELVAGGIA
E
QUINDI LO SCIOPERO E' SELVAGGIO, se le istituzioni fanno mancare
per
questioni di cassa, i servizzi essenziali alla persona quelle
istituzioni
si autoproclamano responsabili razzionalizzatori.
Ecco che allora io mi incazzo anche con i sindacati, con gli
stessi
utenti, con i partiti, che non sanno rispondere a questi
filibustieri che i
Barbari sono loro perchè attentano alla salute ed alla qualità della
vita
di un popolo.
Ciao Walter
Bsf mailing list