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LESERCITO USA DA SOLO INQUINA QUANTO 140 PAESI.
LA MACCHINA MILITARE DISTRUGGE IL PIANETA
https://thevision.com/wp-content/uploads/2019/11/GettyImages-1179725106-768x 512.jpgLesercito USA da solo inquina quanto 140 Paesi. La macchina militare distrugge il pianeta.
Limpatto ambientale dellesercito statunitense è enorme. Come la catena di rifornimento di una qualsiasi grossa azienda, la Difesa di Washington fa affidamento su unestesa rete globale di navi portacontainer, camion e aerei cargo per rifornire le proprie truppe di tutto ciò che serve: dalle bombe agli aiuti umanitari, passando per il combustibile. Un nuovo studio pubblicato sulla testata https://rgs-ibg.onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1111/tran.12319 The Coversation, ha calcolato limpronta ambientale di questa gigante infrastruttura.
I report sulle emissioni di gas serra solitamente si concentrano sul consumo di energia e carburante da parte dei civili, ma alcuni https://watson.brown.edu/costsofwar/papers/ClimateChangeandCostofWar studi recenti, compreso questo, mostra che lesercito statunitense è tra i maggiori responsabili dellinquinamento nella storia. Tanto che, da solo, consuma più idrocarburi ed emette più gas nocivi per lecosistema della maggior parte dei Paesi di medie dimensioni. Se la Difesa di Washington fosse una nazione, il suo solo consumo di carburante la renderebbe il 47esimo produttore di gas serra al mondo, tra il Perù e il Portogallo.
Nel 2017, la Difesa statunitense ha acquistato circa 270 barili di petrolio al giorno e, attraverso la sua combustione, ha emesso più di 25mila chilotonnellate di diossido di carbonio (o anidride carbonica). Laeronautica militare ha comprato greggio per 4,9 miliardi di dollari, la marina per 2,8 miliardi, lesercito per 947 milioni e il corpo dei Marine per 36 milioni.
Non è un caso, però, che le emissioni dellapparato militare statunitense vengano spesso ignorate dagli studi sul cambiamento climatico. Prima di tutto, è molto difficile ottenere dati rilevanti dal Pentagono o da altri dipartimenti della Casa Bianca. Perdipiù Washington, nel 1997, ha richiesto https://www.theatlantic.com/science/archive/2015/12/paris-climate-deal-mili tary-carbon-emissions-exemption/420399/ una deroga al Protocollo di Kyoto, che la esonerava dal riportare tutti i dati sulle emissioni del proprio esercito. Una scappatoia che è stata eliminata dagli https://newrepublic.com/article/125775/us-military-loses-emissions-exemptio n-paris-climate-deal accordi di Parigi, ma il fatto che Donald Trump abbia promesso di uscirne nel 2020 rende pressoché nullo questo risultato.
Questo studio è basato su dati raccolti grazie a diverse richieste FOIA (Freedom of Information Act) inoltrate allAgenzia per la logistica della Difesa statunitense, il colosso burocratico che si occupa di gestire la catena di rifornimento dellesercito, compresi lacquisto e la distribuzione del carburante.
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Lesercito degli Stati Uniti ha compreso da tempo di non essere immune dalle potenziali conseguenze del cambiamento climatico, riconoscendo questultimo come un https://www.politico.com/story/2019/01/18/pentagon-military-installations-c limate-1098095 moltiplicatore di minacce in grado di esacerbare rischi preesistenti. Molte basi militari, anche se non tutte, https://www.scientificamerican.com/article/not-all-military-bases-plan-for- warming-watchdog-finds/ hanno iniziato a prepararsi per affrontare i danni del riscaldamento globale, come ad esempio linnalzamento del livello del mare. E non si può nemmeno dire che la Difesa abbia ignorato la propria fetta di responsabilità. Come già https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0962629816302001 mostrato in passato da The Conversation, lesercito statunitense ha sì investito nello sviluppo di fonti di energia alternative, come i biocarburanti, ma lo ha fatto in misura del tutto minoritaria rispetto allammontare totale delle spese per il carburante.
La politica ambientalista dellesercito statunitense resta dunque contraddittoria: cè stato qualche tentativo di rendere più sostenibili alcuni aspetti delle proprie attività, attraverso luso di elettricità proveniente da https://www.reuters.com/article/us-usa-military-green-energy-insight/u-s-mi litary-marches-forward-on-green-energy-despite-trump-idUSKBN1683BL fonti rinnovabili per alimentare le basi ad esempio, ma rimane listituzione che consuma https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0962629816302001 più idrocarburi in tutto il mondo. Perdipiù, anche per gli anni a venire, resterà vincolata alluso di velivoli e navi da guerra alimentati a carbone perché su questi si basano operazioni non concluse che andranno avanti a tempo indefinito.
Il cambiamento climatico https://www.independent.co.uk/news/world/americas/us-politics/2020-us-elect ion-trump-climate-change-joe-biden-a8918351.html è diventato un tema sensibile nella campagna elettorale per le elezioni del 2020. I principali candidati dei Democratici, come la senatrice https://grist.org/article/elizabeth-warrens-newest-climate-proposal-is-base d-on-a-wwii-global-aid-package/ Elizabeth Warren, o i membri del Congresso, come la deputata https://theconversation.com/the-green-new-deal-is-already-changing-the-term s-of-the-climate-action-debate-112144 Alexandria Ocasio-Cortez, chiedono iniziative concrete, come il https://theconversation.com/national-service-for-the-environment-and-a-gree n-new-deal-to-fight-climate-change-imagine-newsletter-1-114168 Green new deal. Ma affinché queste possano essere efficaci è necessario prendere in considerazione anche la riduzione dellimpronta ambientale della Difesa di Washington, sia nella politica interna che nei trattati internazionali sul clima.
Lo studio di The Conversation dimostra che il contrasto al cambiamento climatico richiede la riduzione di diversi comparti del vasto apparato militare degli Stati Uniti. Poche altre attività umane sono così devastanti per lecosistema come la guerra. Riduzioni significative nel budget per la Difesa limiterebbero le capacità di Washington di lanciarsi in nuovi conflitti e questo determinerebbe un grosso calo nella domanda di combustibili fossili da parte di uno dei più grossi responsabili dellinquinamento al mondo.
Non ha senso girarci attorno: i soldi spesi per procurare e distribuire petrolio in lungo e in largo nellImpero statunitense potrebbero tranquillamente essere investiti nel Green new deal, qualsiasi forma prenderà. E se non in questo, non mancano certo i settori che potrebbero beneficiare di qualche fondo in più; qualsiasi opzione sarebbe più valida di finanziare https://www.nytimes.com/interactive/2017/03/22/us/is-americas-military-big- enough.html?auth=login-smartlock una delle più grandi forze militari nella storia dellumanità.
Questo articolo è stato tradotto da https://theconversation.com/us-military-is-a-bigger-polluter-than-as-many-a s-140-countries-shrinking-this-war-machine-is-a-must-119269 The Conversation.