Cara Erika, "rispondo" di getto perchè nelle cose che dici ritrovo parte
anche di mie riflessioni.
Anch'io non amo le generalizzazioni (è un gioco di parole o stiamo parlando
di genere femminile e quindi anche maschile?).
In questi anni mi sono ritrovata spesso a parlare con altre donne, amiche e
compagne, a proposito di ciò che da più parti è stato definito "lo
specifico femminile" in rapporto alla guerra.
Beninteso, non abbiamo elaborato alcuna teoria, ci siamo solo confrontate
sulla nostra esperienza di donne all'interno di un gruppo (in cui c'erano
molti uomini) che non a caso si occupava in larga misura di accoglienza di
donne(vedove) e bambini profughi dalle guerre dei Balcani.
Uno dei venti gruppi di appoggio locali che erano sorti in provincia, ha
organizzato una serie di serate sul tema, invitando anche noi ad
intervenire. Ci siamo interrogate a lungo su cosa andare a dire. Non ci è
mai piaciuta la retorica per cui le donne in quanto tali sono contrarie
alla guerra perchè madri e quindi "creatrici" di vita.
Non basta. I soldati hanno madri, tra i soldati ci sono donne... Proprio a
questo proposito la Rossanda anni fa sparò a zero sulle madri russe e
cecene.
Ci sono donne anche in posti di potere chiave nella strategia politica
mondiale. La differenza allora la fa il genere o come lo si interpreta?
Non mi appartiene l'idea di donna-madre che in Piazza ci dava la pastoressa
Gospell quando gridava: "chi consola i bambini quando piangono perchè
litigano o perchè il papà li ha sgridati? la mamma!" come a dire che le
mamme non sgridano o che sono sempre pronte a consolare.
E' vero però che quando partoriamo, come lei citava, tiriamo fuori una
forza, un urlo che da la vita e che si mescola con l'urlo di quell'essere
che nasce, bambina o bambino che sia. E' vero che siamo forti e spesso ci
sottovalutiamo.
Forse non appartiene al tuo vissuto, ma per molte donne anche "militanti",
alcuni ruoli continuano ad essere delegati "per genere" agli uomini.
Sento molte donne lamentarsi di ciò pur consapevoli che molto dipende dal
nostro sentirci capaci di "portarci" anche in luoghi e situazioni meno
conosciute e sicure del piccolo gruppo di 'amiche-compagne' con cui
soprattutto FARE...la famosa quotidianità.
Personalmente trovo nell'incontro, amicale, affettivo, sessuale,
intellettivo, ...con gli uomini grande ricchezza. Non vivrei in un mondo di
sole donne, ...neppure in un mondo di soli uomini però!
Nell'incontro che citavo un pò di righe fà, alla fine abbiamo portato la
nostra riflessione aperta sulle risonanze che la guerra, comunque nostra
anche se combattuta da altri, scatenava dentro ognuna di noi, diverse
nella nostra soggettività ma uniche nella specificità.
Perchè alla fine che piaccia o no, che ci si riconosca o no, non siamo
donne solo biologicamente. Non per questo siamo meglio degli uomini, siamo
semplicemente diverse.
Evidentemente questo vissuto non appartiene a tutte le donne, non tutte
hanno voglia, interesse di trovare spazi, momenti con altre donne per
pensarsi, per fare, per condividere...niente di male, mi vien da dire, ma
perchè arrabbiarsi se qualcuno ne sente l'esigenza ? Basta dire, o anche
solo pensare, che non interessa.
Personalmente frequento gruppi politico-sociali 'misti', e mi va bene così.
Ciò non significa che non senta su alcuni temi, come quello del
maltrattamento e della violenza in particolare ad altre donne, scattare
dentro di me qualcosa che mi fa sentire che, ancor più che per altri esseri
umani, sento quella violenza colpirmi.
Se fossimo tutti indifferentemente uguali perchè le violenze citate
sarebbero indirizzate soprattutto sulle donne?
Tutto ciò per dire che forse il mondo non è solo bianco o solo nero, per
fortuna!
Ma alla fine se io avessi proposto di ritrovarsi a pensare collettivamente
(senza adesioni per sesso) al che fare sulla sollecitazione di Luigino, ci
saresti stata?
Un'ultima precisazione: il Convegno sulla Sicurezza è blindato? Perchè
l'idea di un contributo al femminile ti fa così paura?
Devo dire che non mi piace molto questo modo di appropriarsi delle cose
senza accettare possibili contributi, quando tra l'altro si tratta di
iniziative collettive, pensate a più voci, su più piani, in più sedi.
Forse ho mal interpretato il dictact...reagisco sempre di petto di fronte a
divieti, immotivati.
Personalmente ho solo pensato che qualcuno, dal pubblico, poteva
intervenire sottolineando come quest'idea della sicurezza che è prima di
tutto distanza tra le persone, colpisce non indiscriminatamente ma
soprattutto alcune popolazioni, come i rom ad esempio, e tra questi le
donne in particolare.
Alla fine spero che tutta questa sbrodolata non si risolva in un dibattito
via e.mail e che qualcuna abbia voglia di trovarsi, anche perchè "di
faccia" ci si capisce di più.
Certa di non essere riuscita ad evitare fraintendimenti, ma credo sia
inevitabile,
ciao Federica
-
> Da: tacubaya <tacubaya(a)libero.it>
> A: bsf(a)bresciasocialforum.org
> Oggetto: R: [Bsf] Care Donne,....
> Data: martedì 11 marzo 2003 21.07
>
> Chiedo venia per l'intrusione, ma proprio non reggo più le
> generalizzazioni. Non reggo più nemmeno gli 8 marzo, e se sabato sono
> passata dalla piazza è stato solo per cogliere l'occasione di discutere
> del convegno sulla sicurezza. Con due uomini. Trovo un po' ipocrita ciò
> che tante donne chiamano "sorellanza", quando sappiamo bene quanto
> sappiamo essere feroci l'una con l'altra. Non tutte le donne, per il
> semplice motivo di essere donne, sono forti, sono creative, hanno
> capacità aggragativa...nessuna è titolare di qualità per appartenenza di
> genere, ognuna ha una storia a sé, risorse e limiti diversi. Per questo
> non condivido gli appelli nel nome di questa appartenenza.
> Per inciso: il convegno del 5 aprile già prevede interventi anche di
> donne, ma non per riempire di contenuti "al femminile": per apportare
> invece dei contributi, se possibile, di conoscenza e di riflessione.
> Scusate lo sfogo, nemmeno io ho intenzione di prendere a sassate
> nessuno. Miravo anch'io allo stagno. Erika.
>
> -----Messaggio originale-----
> Da: bsf-admin(a)bresciasocialforum.org
> [mailto:bsf-admin@bresciasocialforum.org] Per conto di
> walter.federica(a)tiscalinet.it
> Inviato: martedì 11 marzo 2003 15.44
> A: radio onda urto radio; BSF
> Oggetto: [Bsf] Care Donne,....
>
> Care Donne,
> è stato bello ed emozionante ritrovarsi in Piazza l' 8 marzo.
> è stato bello vedere, ascoltare e lasciarsi travolgere da quell'insieme
> di
> parole, musiche, colori, allegria, determinazione, rabbia, dolore e
> forza,
> ..molta forza.
> Care Donne,
> come è stato triste il giorno dopo leggere l'ennesimo messaggio di
> Luigino
> Beltrami
> circa l'ennesima violenza perpetrata ai danni di una donna, una donna
> rom.
> Stavolta il fatto, o meglio il fattaccio, viene attribuito ai vigili di
> Chiari, forse invidiosi di quelli di Brescia che finora sembrano aver
> primeggiato in questo genere di comportamento.
> Care Donne,
> perchè non riusciamo ad usare la nostra forza, la nostra creatività, la
> nostra capacità aggregativa per contrastare con atti concreti questa
> logica
> che colpisce con determinazione proprio queste donne, maltrattandole
> anche
> davanti ai loro figli, privandole della loro dignità come nessuna di noi
> accetterebbe per sè, per un'amica, per una compagna?
> Cosa succederebbe se un qualsiasi vigile urbano maltrattasse una di noi?
> In
> quante scenderemmo in piazza chiedendo rispetto, dignità, diritti!
> Perchè su queste donne rom son si è riusciti finora a costruire una
> mobilitazione che proprio a partire da loro, da queste storie di
> violenza
> quotidiana, si estenda a tutte e tutti.
> Certo qualcuno c'ha provato e ci sta provando tutt'ora ...ma rimane la
> battaglia di poche/i
> Care Donne,
> forse potremmo semplicemente parlare con Clara e Luigino per sapere
> meglio
> come stanno le cose....forse potremmo organizzare una campagna sui
> diritti
> negati...forse invece potremmo riempire le cose che già ci sono (vedi ad
> esempio il Convegno sulla sicurezza del 5 aprile) di questi contenuti
> "al
> femminile"....forse...forse...
> Non riesco ad essere più concreta di così, anche perchè non so quante
> donne
> leggeranno questo messaggio....ciò che mi preme soprattutto è provare ad
> uscire da questa sorta di scollamento che esiste tra il mondo migliore
> che
> sognamo ed il mondo peggiore che loro vivono.
> Perchè non ci troviamo a parlarne?
> Io ho lanciato il sasso nello stagno, spero però di non aver preso in
> testa
> nessuno, non era mia intenzione.
> Un abbraccio a tutte,
> Federica Carrari
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